martedì 7 aprile 2020

4) Diario personale, dal convento, nei giorni del coronavirus



Domenica 15 - Martedì 17 marzo 2020

Prima domenica in quarantena da coronavirus. Il clima è ancora più surreale degli altri giorni. Abbiamo concelebrato i frati a porte chiuse, ma l’assenza dei fedeli l’ho sentita maggiormente, come anche la spinta a pregare per loro e con loro, in una comunione spirituale che dovrà accompagnarci durante tutta questa esperienza. Esperienza che pare stia affinando e rafforzando quello spirito di fraternità che dovrebbe caratterizzare una comunità francescana. Pur considerando la eccezionalità del momento, che favorisce il sorgere di sentimenti e atti di solidarietà, e spinge a valorizzare una preziosa essenzialità a scapito di bagattelle spesso perniciose e inutili, la speranza e l’auspicio è che il ritorno alla normalità non comporti passi indietro, a livello umano, sociale e religioso.

Come già accennato prima, ho ripreso a leggere “I promessi sposi”, anche se a rilento rispetto al programma prefissato. È che davvero le giornate sono piene di interessi, impegni e relazioni socials, molto più di quello che mi ero immaginato. Ma sono contento così, anche se mi prende la tentazione di staccare ogni tanto il cellulare (finora non l’ho fatto...). Ho letto ad oggi solo 4 capitoli. Mi ha colpito, certamente anche condizionato dall’attualità, come si passi repentinamente dalla descrizione di un paesaggio suppongo bellissimo, come la nostra Italia sa regalarci ad ogni pie sospinto, idilliaco, ispiratore di pace e serenità (Giulia, mi sa che mi dovrai ospitare, perché vorró conoscere Lecco e dintorni, una volta che tutto questo sia finito), al racconto di un fatto imprevisto, che sconvolge la vita e stravolge la storia dei personaggi del romanzo. Non è quanto è successo a tutti noi?!? Devo dire che finora è un bel leggere, piacevole, libero, senza l’obbligo imposto dalla scuola e dalle interrogazioni.

Il nostro convento è situato ai limiti del centro storico di Copertino, un po’ isolato dai punti di maggiore vita e traffico del paese. Per cui in questi giorni il silenzio è pressoché assoluto, rotto di tanto in tanto dalle sirene delle ambulanze e da qualche rara macchina di passaggio. Quelle sirene, usuali negli altri giorni dell’anno, mi sembrano ora più numerose e rumorose. È un suono che fa rumore dentro, e vi sosta per un po’. Richiama alla mente sofferenze e dolori antichi e nuovi. Risveglia la gratitudine verso coloro che dedicano la vita ai malati, per professione, affetto e generosità gratuita, del cui valore ci stiamo accorgendo in questi giorni. Abituati al lamento a prescindere, verso tutto e tutti, ci stiamo accorgendo di quanto spesso siamo ingiusti e parziali. Non è voler o dover chiudere gli occhi sul male e sulle cose che non vanno; anzi, dobbiamo tenerli sempre bene aperti, per sdegnarcene civilmente e combatterli legalmente. È piuttosto imparare a vedere e apprezzare anche il positivo delle cose e nelle persone, per rallegrarcene e promuoverlo.

E termino con il Flashmob delle 18.00, appuntamento per i dirimpettai della piazzetta di San Giuseppe, grati a Silvano e Francesca che lo hanno preso a cuore. Per la nostra amicizia di vecchia data, mi sono permesso di chiedere loro dei brani che mi avrebbe fatto piacere ascoltare. Ci si affaccia dunque dai balconi e terrazze, si ascoltano 2-3 canzoni, ci si saluta alla distanza, si applaude e si ritorna nelle proprie case, un po’ più rincuorati. Playlist di domenica: “Il cielo è sempre più blu”, di Rino Gaetano; “Nessun dorma”, dalla Turandot di Puccini; “Meraviglioso”, nella versione dei Negramaro. Playlist di lunedì: “Il mondo”, di Jimmy Fontana; “Volare”, nella versione dei Gipsy King; “Viva l’Italia” di Dalla e De Gregori. Oggi... niente!! Gli amici “curatori” lo hanno sospeso a causa dell’invito-rimprovero, ieri sera, ad abbassare il volume, da parte di una volante dei carabinieri, che sinceramente ci ha sorpreso. Suppongo che sia stato un modo di dire “ci siamo”, visto che si trovavano a pattugliare proprio questi dintorni. Sono stanchi anche loro, e questa situazione sta mettendo a dura prova le nostre forze dell’ordine, chiamate a far fronte alla leggerezza superficiale di tanti concittadini, che fanno come se non ci fossero decreti restrittivi alla circolazione pubblica, mettendo a repentaglio la salute di tutti. Incoscienza? Ignoranza? Menefreghismo? Forse un po’ di tutto. A quando un maggiore senso di responsabilità da parte di tutti, che faccia diminuire i numeri del contagio e accorci i tempi del ritorno alla bellezza quotidiana della vita?!? Ne parlavamo stasera a cena con i frati, e concordavamo che, a fronte di tanta irresponsabilità, ci vorrebbe un polso più duro nel far rispettare i divieti da parte di chi non ha necessità urgenti e vere, unito a multe davvero salate.

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