martedì 24 luglio 2012

Bolivar e dintorni



24 luglio: festa nazionale in Venezuela. Si ricorda il giorno di nascita di Simón Bolivar, el libertador. Non mi chiedete quanti anni compirebbe oggi. Non lo so né mi interessa. Sono stanco del mercato dei personaggi e delle ideologie. Mi sono proprio rotto di celebrare i vari Bolivar, Guevara, Mussolini, Garibaldi, in modo ideologico, senza coscienza critica e senza richiesta di perdono per gli eventuali errori storici. Come se fossero figure a tutto tondo, e chiamando “scarti storici” i morti innocenti di cui sono colpevoli, coscienti o no.
Qualche giorno fa è apparso sulla pagina di inizio di facebook un post dove si diceva che la chiesa pecca di ipocrisia, perché ha più morti sulla coscienza che lo stesso Hitler. Nei commentari si calcava la mano dicendo che tutti i sacerdoti sono pedofili e, quindi, non raccomandabili. Mi è venuto spontaneo chiedermi perché quella persona avesse chiesto la mia amicizia, o perché, se pensa questo, non mi cancella come persona pericolosa dai suoi contatti. Certo che la chiesa ha grossi peccati storici e morti sulla sua coscienza. Giovanni Paolo II ha avuto l’umiltà, l’ardire, la trasparenza di chiedere perdono a nome di tutti i cristiani. Ha saputo e voluto avere uno sguardo critico sulla storia.
Mi chiedo: ma chi scrive questo vuole per caso giustificare gli altri orrori contro l’umanità? Vedere le colpe solo degli altri, non potrebbe dare adito a giustificare le colpe proprie? La chiesa, Hitler hanno ammazzato e non hanno giustificazioni per quello che hanno fatto. Le purghe staliniste sono state veri e propri genocidi; le fucilazioni a Cuba furono sommarie, da entrambe le parti; le “invasioni” non rispettose dell’autonomia dei popoli sono state statunitensi, russe, cinesi, ecc.; i poveri colombiani vengono ammazzati, trucidati sia dalle Farc che dai paramilitari; si spara ad altezza d’uomo in paesi differenti per cultura e geografia, solo perché il popolo protesta; i diritti umani sono calpestati un po’ dappertutto. E l’elenco potrebbe continuare... Forse che la violenza è più giustificabile se viene da destra o sinistra? Le cariche della polizia o dell’esercito contro innocenti sono differenti se rosse o nere? La dittatura del proletariato e quella dei militari non è dittatura allo stesso modo, con uguali metodi e risultati? Forse che capitalismo neoliberale e socialismo reale non considerano allo stesso modo la persona come oggetto da immolare al mercato o all’ideologia?
Sono come stanco di questi tamburi propagandistici, fatti di vuoto e puro rumore. Mi sento offeso da chi mi considera assassino o pedofilo. Anche da chi mi considerasse connivente. Non intendo giustificare niente, né colpe né errori. Sento di avere, o almeno mi sforzo di formarmi una coscienza critica su tutto, compresi la chiesa e il suo magistero; soprattutto su me stesso. Mi piacerebbe farlo alla luce del Vangelo, anche se non sono cosí coerente da riuscirci sempre. Sento che amo la persona, e mi offende ogni attentato alla diversità, solo per paura di confrontarsi con chi non pensa o vive come me. Plaudo a chi sa mettersi in discussione e desidera arricchirsi nel confronto, nello scambio reciproco di informazioni, vita e cultura. A chi sa, a chi riesce a vedere la persona e appoggiare la vita. Che propongo?!? Ma niente!!! Che potrei proporre?!? Io, perso in sogni di utopie evangeliche, alla scuola di Francesco d’Assisi, fautore di una fraternità dagli orizzonti infiniti e di una pace promotrice di vita piena?

A parte questo sfogo “politico”, forse vi interessa sapere come sto. Bene!! Ancora non assestato in una comunità, zingarando per appoggiare il lavoro pastorale o visitare i frati. Ed è una bella differenza rispetto ai sei anni trascorsi in seminario!! Gli ambienti che frequento sono un po’ meno ovattati. Le gioie e i dolori, la bellezza e gli orrori ti vengono incontro in maniera più diretta, con un impatto reale. Come ribadito varie volte, la gente soffre molto l’insicurezza sociale, con cifre degli omicidi che sono quelli di una guerra civile. La vita vale poco, meno di un blackberry o di una moto. Il linguaggio politico e quotidiano si caratterizza per la violenza e la mancanza di rispetto, da tutti i fronti. I problemi, insomma, sono tanti, come quasi dappertutto, mi verrebbe da dire. Questi sono i nostri... Naturalmente c’è moltissima gente buona e belle iniziative. Mi piace molto vivere momenti pastorali che prescindano dal mio essere custode, incontrando persone di ogni età e ceto sociale. Il venezuelano à una persona dalle caratteristiche speciali, impossibile da non amare, e che ti circonda di affetto. Come cristiano imparo sempre tantissimo da questa gente. Come cristiani, discepoli di Gesú, possiamo dare tutti un contributo importante alla soluzione dei problemi del paese. Soprattutto promuovendo la pace, il dialogo e il rispetto della vita. Una bella sfida evangelica, che non può lasciarci indifferenti né spaventarci.