mercoledì 27 febbraio 2008

Ancora intorno ai 49

Insieme alla cronaca sul mio compleanno, mi è venuto in mente pubblicare alcune cose che ad esso si riferiscono, e che hanno caratterizzato la maniera personale di vivere le mie 49 primavere (forse sarebbe meglio parlare di autunno, stagione della pacatezza goduta e del refrigerio). Così ho pensato di comunicarvi qualcosa sui luoghi, le riflessioni e i suoni per me relazionati al compleanno appena trascorso.
I luoghi
È il luogo più intimo nel seminario: la mia stanza. Semplice, spartana, già un lusso per gli standard di vita di molti venezuelani.

Parte del bagno, armadio a muro, porta d'ingresso

Letto, comodino e armadio



Libreria di fray Franklin (ora in Italia); scrivania e libreria miei


Scrivania con finestra, vista dalla finestra

martedì 19 febbraio 2008

49 primavere

Certo, è passata già una settimana dal giorno del mio compleanno (11 febbraio), e ormai ai 49 anni si sono aggiunti alcuni giorni. Era mio desiderio scrivere prima, per informarvi su questo ulteriore compleanno in Venezuela, il terzo, e per ringraziare tutti gli amici che mi hanno chiamato e quelli che non hanno potuto farlo, ma hanno avuto un pensiero per me in quel giorno.
Giorno di molte parole scambiate in amicizia, diviso in due, come anche il mio cuore: mattina e pomeriggio quasi esclusivamente per l’Italia, la sera il fuso orario mi permette dedicarmi completamente al Venezuela. I miei confratelli e le poche famiglie di amici più intimi del seminario hanno avuto una attenzione carinissima. Hanno preparato una cena “italiana”, con un ricco piatto di lasagne, che è riuscito proprio bene (il che non è usuale). Alla presenza poi di tre torte e altrettante candele (che esagerazione di amore!), provenienti da vari donatori, mi hanno cantato “Feliz cumpleaños”, un canto molto più lungo che in Italia, della durata di 5 minuti circa (per chi vuole ascoltarlo en You Tube, il collegamento a cui connettersi con un clic - in attesa che impari a scaricare direttamente il video - è il seguente: http://es.youtube.com/watch?v=M_tDJne9AXE); e “Caballo viejo”, una canzone del folklore “llanero”, che parla di un cavallo ormai vecchio... Me la stanno cantando dal primo compleanno, per prendermi in giro (o sarà la verità?!?), e io la aspetto come una tradizione bella e consolidata. Perché il rapporto con i frati e i seminaristi è molto fraterno, e non temiamo di sfotterci reciprocamente (anche questo si può vedere e ascoltare in You Tube al seguente indirizzo: http://es.youtube.com/watch?v=vWjQ4QcoUB8).
Alla fine mi hanno chiesto di dire due parole. E ho detto loro che mi stanno complicando maledettamente la vita, perché non so più cosa desiderare per il futuro, mentre prima mi era tutto molto più chiaro. Le certezze vacillano di parecchio e il mio cuore batte sempre più a doppio ritmo, mescolando sangue e sentimenti italo venezuelani. Ho deciso di non pensarci e di lasciare che sia Dio a decidere, sperando che si sia capaci di ascoltarlo e obbedirgli.


L’11 sera abbiamo avuto anche una cerimonia solenne di consacrazione dei seminaristi all’Immacolata, su iniziativa e preparazione del Custode fray Pedro Buonamassa. Il fine settimana precedente sono stato invitato a una aldea rurale, El Cocal, a due ore e mezza di macchina dal seminario, in uno splendido luogo di montagna, dove si arriva per una strada non male, ma neanche tanto buona. Peccato non aver portato con me la macchina fotografica... Mi hanno invitato due suore, che condividono con le 32 famiglie del luogo attenzione umana e pastorale, dentro di una esperienza prevalentemente contemplativa. Per la prima volta ho guidato da solo per un tragitto lungo, e non è andata male.
Arrivato il sabato alle due, ho pranzato e quasi subito dopo ho iniziato a confessare la gente del luogo nella cappella del villaggio, che ha solo i muri perimetrali e il tetto. Non sono venuti molti, per cui alle 17.30 sono andato nella cappellina delle suore (vivono in una casa tipica del luogo, con un ingresso esterno adornato in modo davvero bello) per celebrare la Messa. Alle 19.00 circa ero pronto per andare a cenare nella casa di chi mi avrebbe ospitato per la notte, solo che, passando davanti alla cappella del villaggio, abbiamo visto che c’erano delle persone dentro che hanno chiesto di confessarsi. Dopo una ramanzina giusta della suora sulla loro mancanza di attenzione all’orario e al sacerdote, mi sono fermato per un’ora e mezza continuando a confessare. A notte fonda, per le abitudini del luogo, mi son potuto recare finalmente a casa di nonno Bartólo e nonna Inocencia, situata in un luogo splendido, che si può raggiungere solo a piedi, e, dopo aver cenato, ho confessato la nonna e le tre figlie. E finalmente a dormire. La gentilezza e l’accoglienza della famiglia, proseguite il giorno dopo, mi hanno scaldato il cuore.
La domenica la Messa era programmata per le 10.00 e le confessioni per le 9.30. Queste sono iniziate puntualmente, ma sono terminate alle 11.30, quando le suore mi sono venute a chiamare per iniziare finalmente la celebrazione eucaristica. Terminato il pranzo, sotto una leggera pioggia, in compagnia delle suore, sono ripartito per il seminario.

venerdì 8 febbraio 2008

Istantanee del seminario

Nei mesi scorsi ho publicato già, quà e là, alcune foto del seminario, soprattutto dell'edificio e dello splendido panorama che lo circonda. Oggi vorrei aggiungervene altre, così, come una galleria fotografica, che aiutino a conoscere il mio habitat quotidiano in terra venezuelana. Senza molti commentari. Una foto parla di per sé. Solo brevi didascalie.

Questo è l'affresco - recentissimo - che accoglie chi entra in seminario, dopo aver superato il cancello d'ingresso e aver percorso una salitella di una cinquantina di metri.
Il retro del seminario, dietro della cucina.
In pratica la parte meno visibile e meno visitata.
Il refettorio (o meglio, tre quarti di esso) e la cucina.
La cabina in fondo al refettorio è quella da cui rispondo alle telefonate quando chiamate dall'Italia durante i nostri pasti.
Lucila, la cuoca, e Blanca, incaricata della lavanderia.
Aspetti naturistici del seminario: natura viva e... morta!!
La fauna che ci aiuta da un punto di vista alimentare.
I nostri due "guardiani notturni":
Nero, giovane e giocherellone;
Dino, più anziano e serio.
A volte dubito della loro efficienza, perché il primo inizia subito a giocare, e il secondo non lo vedo mai arrabbiato. Però, se hanno a tiro qualsiasi animale, allora inesorabilmente lo ammazzano, come capita a qualche gallina o tacchino imprudente.