sabato 21 febbraio 2009

11 febbraio 2009: 50 anni!!

Monte Sant'Angelo: il "mio" paese

Dopo aver ringraziato ieri – avendone avuto finalmente il tempo – tutti coloro che mi hanno mandato gli auguri di compleanno via email o sms, mi affaccio oggi sul blog, per estendere il mio grazie a quanti hanno avuto un pensiero per me l’11 febbraio u.s., e tentare un resoconto di questi miei 50 anni. Per carità, non intendo tediare nessuno con il riassunto della mia vita, né lanciarmi in una pubblica confessione da neo convertito (si sa, col passare degli anni si sente il bisogno di mettersi a posto con la coscienza …). Solo qualche piccolo dettaglio sulla giornata. O meglio, sulla settimana, visto che ci sono stati un paio di eventi che hanno accompagnato il giorno del compleanno.

Lunedì 9 febbraio
Il primo è stato il registrare un programma religioso per una televisione regionale – peraltro molto seguita –, lunedì 9, mandato in onda sabato 14. Eravamo in 4: due francescani e due domenicani. Il tema era la vita religiosa, la cui giornata si era celebrata una settimana prima. Le domande fatte a me quasi non le ricordo. So che ho parlato senza paure, ma un po’ più accelerato, come capita quando mi sento leggermente teso. L’accento non ho potuto nasconderlo; tuttavia credo di essermela cavata bene con la lingua. Mi ha meravigliato che non ci sia stato motivo per ripetere alcun momento. Temevo peggio.
Come sia andata e come mi sono percepito nella trasmissione, non lo so. Non ho potuto vedere la messa in onda del programma. Un paio di famiglie amiche dei frati hanno solo detto che i due eravamo… belli!!! Mah… È vero che nell’era dell’immagine conta più ciò che si vede dei contenuti, però…

Il quartiere di San Oronzo, dove sono cresciuto

Mercoledì 11 febbraio
Ho già scritto a quelli a cui ho risposto via mail, che i festeggiamenti per i miei 50 anni sono stati a dimensione “ridotta” rispetto alle aspettative e abitudini italiane. Questione di cultura e di ambiente: il seminario non è una parrocchia né un santuario. Però non me ne lamento affatto.
Sognavo, nei giorni anteriori, poter uscire e vivere qualcosa di diverso. Un po’ come mi capitava nei primi anni di Copertino, quando prendevo la bici e me ne andavo al mare, fino a sera, quando mi davo alla celebrazione, della Messa prima, e della festa poi. Gli altri anni li ricordo come giorno di festa, finché si sono celebrati i Patti Lateranensi; quasi sempre giorno di esami, durante lo studio della teologia; e giorno della e con la comunità, da sacerdote.
Invece il 50° è coinciso con una visita fraterna del Padre Custode al seminario; per cui l’ho vissuto come qualsiasi lavoratore che non può scegliersi, il giorno del compleanno, la modalità di festeggiamento. Posso dire che è stato un normale giorno di compleanno: la mattina e il pomeriggio ho risposto a qualche telefonata dall’Italia; la sera ho celebrato la Messa di ringraziamento alla presenza dei seminaristi e di pochi amici (una decina); infine abbiamo cenato e tagliato la torta.
Non era ciò che avevo sognato, ma la suddetta “normalità” non mi è dispiaciuta affatto. Alcuni dettagli da aggiungere. Non ricordo ciò che ho detto nell’omelia, ma ricordo che il clima della Messa è stato molto familiare. Ho ricevuto regali: una maglietta a mezze maniche e un’agenda. La cena, preparata apposta per me, è stata squisita: coniglio “guisado” da un professore che si diletta di cucina. Una prelibatezza… magari anche perché la fame era forte, visto il ritardo di due ore sul previsto. Le torte erano tre: sanno che sono goloso, e ai vecchi non si negano certi piaceri. Infine, non mi hanno cantato “Caballo viejo”; non ce n’era bisogno: l’età parla da sola (qui a 50 anni si è considerati davvero… vecchi!!!, anche se mi diverte vederli confusi nel rapportarsi a me; non riescono ancora a etichettarmi).
C'è una canzone che appartiene alla mia infanzia, la prima che ricordo nitidamente e che ha quasi 50 anni. Una canzone di Celentano, che ricordo ascoltavo incantato al nostro giradischi. La condivido oggi con voi http://www.youtube.com/watch?v=jR9X7GEV1vM
E la versione recente - strana - che rispecchia la mia dimensione attuale latinoamericana, con il 50º compleanno compiuto qui http://www.youtube.com/watch?v=NTSu-ZDaNjU
Mentre la canzone che vorrei proporre quest'anno, un vero inno alla vita di quel poeta che è stato Modugno (pugliese), è "Meraviglioso", nella versione attuale dei Negramaro (pugliesi), che mi "risuona" forse per il successo riscosso http://www.youtube.com/watch?v=6FP2-Xs-LAw

Sabato 14 febbraio
Ieri pomeriggio è morta la sorella di un nostro giovane frate di qua, fray Edisson. Aveva 31 anni, madre di 2 bambine di 12 e 6 anni. Soffriva di cuore e di fegato. Penso si sarebbe potuto fare molto di più per lei. La mia rabbia si scontra e stempera nella rassegnazione dei familiari. Io sono arrabbiato per l’inadeguatezza assurda, incivile del sistema sanitario pubblico (a dispetto di quanto dica la propaganda di stato). Loro, come quasi tutti i venezuelani, vivono la morte come qualcosa di ineluttabile, naturale nella vicenda umana. Riguardo a questo punto dubito su chi abbia ragione. Li vorrei a volte più incazzati. Ma è probabile che sbagli io, visto che mi sento frequentemente sconfitto dalla loro logica, e ricevo lezioni di vita e di fede.
Così oggi mi è toccato celebrare i funerali. A me, perché fray Luis era occupato con tutti i seminaristi in un ritiro. Tutta la mattina ho pensato a questo. Nel pomeriggio, in una chiesa gremita, ho predicato esprimendo i miei sentimenti umani. Forse sono uscito un po’ fuori della correttezza dogmatica, facendo parlare il cuore e il dolore. Ma chi se ne frega. Conoscevo lei e conosco la sua famiglia. Dio capirà, Lui che è cuore perduto, senza troppi ragionamenti.

Domenica 15 febbraio
Giorno di voto referendario su una ammenda alla Costituzione per la reelezione indefinita del Presidente della Repubblica. Vincerà il sì. Chi mi conosce sa quello che penso, e non vale la pena che lo ripeta. Non parlerò del teatrino della politica, spesso, sempre più lontano dalla vita reale. La storia vera non è quella dei grandi, ma la quotidianità dei piccoli, di cui mi viene fatto il dono della partecipazione e condivisione.

L'istituto scolastico delle medie e del liceo