lunedì 8 luglio 2013

12/04-12/06: Due mesi in Italia

Mercoledí 12 giugno 2013. Ancora una volta scrivo in viaggio, approfittando delle ore lunghe che mi riportano in Venezuela. Stamane l’ultimo distacco, da mia sorella e dall’Italia. Il cielo annunciava una bella giornata su Bologna. La voglia di godersela, tanta. La mente già proiettata verso il Venezuela, che pure amo e sento mio. Il cuore ancora in difficoltà a staccarsi per volare e atterrare in un altro mondo, dove anche lo attendono affetto e amicizia. L’abbraccio con Lina è continuato oltre l’aeroporto. Ogni volta che ci lasciamo sento come se prendesse forma la voglia di recuperare tanto tempo non condiviso. Le giornate insieme hanno sempre il sapore della brevità e risultano corte. Sto bene a Sasso Marconi. Lina e Leo mi fanno sentire a casa. Lina poi esagera nelle attenzioni. Godo della presenza dei loro amici, ora anche un po’ miei. È occasione per incontrare amici miei che vivono da queste parti. In modo particolare, stavolta, mi ha fatto piacere rivedere gli amici di Concesio e passare del tempo con loro. Soprattutto siamo dati appuntamento per passare una giornata insieme, lasciandoci cullare dal ritornello del “ricordate?” e abbandonandoci al racconto degli anni e a chiare risate. Abbiamo pranzato e celebrato messa in casa di Liliana, nostra mamma adottiva dei tempi del postulato.
Ma andiamo con ordine nei ricordi di questi due mesi passati in Italia, scandendone le tappe. Sarebbe troppo lungo fissare tutto nello scritto, ma alcune cose le voglio registrare più per me, per riportarle al cuore attraverso la lettura, qualora decidessi accostare gli occhi alla memoria.

Madrid (13-16 aprile) – Sono partito da Caracas venerdí 12 aprile e giunto a Madrid la mattina dopo. Ho voluto fare uno scalo di tre giorni per salutare alcuni amici que vivono qui. All’aeroporto mi aspettavano Mariaje e Juanma, con i quali ho condiviso vari momenti e ho potuto conoscere la loro bella figlia Beatriz. Mi hanno ospitato i frati del convento del Rosario, nel quartiere Batán. Ho vissuto una preziosa familiarità con i frati di comunità (Angel Mariano, Enrique, Luis Esteban e Juan) e con i fedeli della parrocchia. Un pomeriggio l’ho passato insieme a padre Javier, giovane oblato conosciuto in Venezuela, e a due seminaristi del Táchira che studiano a Madrid. Un altro con padre Agapito, passionista. All’inizio pensavo che avrei potuto programmare un giorno in meno a Madrid; alla fine ho ringraziato Dio per l’esperienza di fraternità e amicizia.

Trani (Capitolo provinciale) – Davvero bello passare due settimane (ultima di aprile e prima di giugno) con i frati della Puglia, fratelli da una vita. Si è condivisa la gioia di stare insieme, oltre che spazi e momenti. Le suore della casa hanno vegliato come madri sul nostro stare bene. Alcune visite di amici hanno reso ancora più ricca e piacevole la nostra permanenza. Ci sono state naturali divergenze su alcuni aspetti della Provincia e della Custodia, senza però mai perdere la stima e l’affetto reciproci. Splendide e riposanti le passeggiate serali sul lungomare, direzione cattedrale. Trani è magica. Di sera aumenta il suo fascino. Mi porto nel cuore ogni momento.

Monte Sant’Angelo (1-31 maggio) – Il 1º maggio, dopo 18 giorni dalla mia partenza dal Venezuela, ho assaporato la fortuna di rivedere il mio splendido paese e i miei genitori. Infatti, dopo Madrid, oltre alla partecipazione alla prima parte del Capitolo provinciale, sono stato a Gravina in Puglia per l’ordinazione sacerdotale di fra Graziano, e a Copertino. Luoghi che mi hanno visto sacerdote per i miei primi 18 anni di ministero e che non potrò mai dementicare, insieme alla gente che Dio ha voluto mettere accanto al mio camminare e ai miei ruzzoloni.
È primavera. La mia prima a Monte in questi anni venezuelani. Il clima è gradevole. La natura risplende con i suoi migliori colori, aprendosi a nuova vita, dopo la morte invernale. Nel percorso di avvicinamento a Monte, ho potuto contemplare il paesaggio cambiante: le mille sfumature di verde delle zone coltivate, degli alberi e delle piante selvatiche; il giallo intenso delle ginestre, macchiato dal rosso dei fiammeggianti papaveri; la vista del mare del golfo di Manfredonia, allargarsi sempre più man mano che il pullman guadagnava metri in salita, verso la mia montagna. Uno spettacolo!! O, forse, è che non sono obiettivo. Ma come potrei esserlo?!?...
Che aggiungere a quello che ho scritto nel post precedente su Monte? Un mese da favola, senza vivere nient’altro che la normalità, intensamente, in tutta la sua densità. Dalla permanenza prolungata in casa con i miei, agli incontri sempre arricchenti con le persone e i frati. Dal paesaggio alle parole. Riporto alcune cose, cosciente di essere debitore alle altre taciute.
Ho potuto passare due splendide mezze giornate con i sacerdoti e i religiosi di Monte, insieme al vescovo mons. Michele Castoro. Ogni volta mi rallegra essere accolto come parte ministeriale di questa chiesa locale. Sono grato a loro e a tutti i montanari per come mi fanno sentire uno di loro, di casa.
L’8 maggio ho conosciuto, per caso, dopo la celebrazione della messa solenne in onore di S. Michele, Gamma, venezuelana di Barquisimeto e i suoi due amici. Sorprendente la sua intensa devozione al nostro Arcangelo, molto popolare e latinoamericana nelle forme ed espressioni. Ci siamo dati appuntamento in Venezuela, accomunati da questo legame a S. Michele.
Lo stesso giorno mi è costato emotivamente celebrare il primo anniversario di morte di zio Michele, a Manfredonia. Porto però nel cuore i momenti successivi in casa di zia Graziella e il pomeriggio trascorso con lei, Lino, Concetta, Flavia e Sveva. Bello anche il poter rivedere mia cugina Caterina. Il Signore mi ha donato parenti che fanno più ricca la mia vita familiare. E che dire poi dei tanti amici, di Monte e da fuori, che hanno riempito di presenze e gioia le mie giornate?!? Particolare la visita di Mimmo e Mariella, insieme ai loro tre figli, in occasione del 25º del loro matrimonio. Se non mi inganna la memoria, è stato il primo matrimonio da me celebrato, in quel di Porto Cesareo. Abbiamo celebrato una messa di ringraziamento molto intima, nella cappellina splendida della chiesa di S. Francesco, solo noi sei.
Mi ha fatto piacere passare del tempo con i frati del convento: fra Gian Paolo, fra Francesco Antonio, fra Salvatore Sabato (dall’Indonesia, qui per un periodo sabbatico), ai quali si è aggiunto, nell’ultima settimana, fra José Antonio Cristancho. Ho goduto dell’accoglienza e delle messe celebrate a S. Francesco la mattina dei giorni feriali, con i pochi anziani  presenti, e alla Trinità la domenica.
Due inviti a cena sono stati molto particolari. La prima a casa in Franco Salcuni, a Macchia, insieme ad amici di vecchia data e recenti, oltre a persone non conosciute prima. Differenze di età, formazione e credi; ma clima simpatico di amicizia condivisa. Con alcuni si è instaurato un interessante dialogo sulla fede, che si è prolungato fino a tarda ora, e che mi ha reso più ricco, attraverso le diverse esperienze e il confronto rispettoso. Sono tornato alle due del mattino. Cosa alla quale i miei sono poco abituati e che ha portato mio padre a chiamarmi al cellulare, all’una, per sincerarsi se stessi bene. Commovente!! La seconda cena con gli amici del liceo che vivono a Monte. Alcuni non li vedevo da parecchio. Siamo stati davvero bene, cullati dai ricordi e accompagnati dagli anni trascorsi. Il racconto delle nostre vite, seppur riassunto e frammentato, mi ha trasmesso gioia ed emozione. Ho avuto la conferma di quanto sia stato fortunato e di come il Signore mi abbia sempre circondato di belle persone.
Ripeto, sarebbe lungo fare l’elenco di tutte le persone che hanno riempito le mie giornate di volti e storie, di parole e allegria, di silenzi e riflessioni. Porto tutti e tutte nella mente, ma ancor più nel cuore. A voi il mio grazie.. per esserci stati... per esserci. Dio vi benedica e custodisca!