giovedì 28 agosto 2008

Poche ore




Momenti del Juconfra 2008

Ancora poche ore e sarò in volo verso l'Italia. Mi fermerò fino all'8 ottobre, quando viaggerò in direzione contraria. Non voglio parlare delle sensazioni della partenza, che già ho sviscerato altre volte. No.
Parto tranquillo, sapendo di andare incontro a luoghi e persone care, dei quali potrò godere per un tempo ristretto. So già che non riuscirò a vedere tutto e tutti come vorrei e come sarebbe giusto. Ma il tempo davvero è tiranno quando si vivono certi tipi di esperienze. E i giorni della mia permanenza in Italia sono pochi per tutte le aspettative e speranze. Assaporerò qualcosa; che è già una degustazione che risveglia cuore e sentimenti. Certo, non sazia...
Parto tranquillo. Forse perché in compagnia di altri due frati venezuelani, che vanno in Italia per un corso di formazione in Assisi. O forse perché so che... torno. Eh sí, anche di questo ho già parlato. Man mano che passa il tempo, queste realtà e questa gente le sento sempre più mie. È normale. Non mancano le diversità e conflittualità nei modi di pensare, di leggere la realtà, di progettare... però mi sento sempre più in famiglia.
Ho trascorso gli ultimi dieci giorni a Caracas, nella nostra parrocchia, in compagnia di padre Germano, perché la comunità potesse essere di almeno tre frati (gli altri sono in vacanza), e per aiutarlo nel lavoro pastorale (poco in verità: 1 messa al giorno). Ne ho approfittato per cominciare a "respirare" aria italiana, grazie a un giorno con i miei cugini e rispettive famiglie, e alla cucina di mia zia, con la quale ho condiviso qualche pranzo, visto che lei non vive molto lontano dal convento. È stato bello anche celebrare la sera per le 6-7 persone di terza età che frequentano assiduamente la cappella di Fatima (pochi altri erano avventizi e venivano per le intenzioni di quel giorno), e che ora mi vogliono molto bene (non hanno avuto tempo di conoscermi davvero, per fortuna mia e loro...). La cappella si trova in una zona un po' più "rossa" della parrocchia e si cammina per 15 minuti per raggiungerla. Mi ha dato occasione di vedere il quartiere quando inizia a farsi buio, sensazione che finora non avevo vissuta per la pericolosità del luogo, soprattutto in ore più tarde.

Prima di Caracas ho vissuto un paio di mesi molto intensi. Del Costarica già ho scritto. Di ritorno ho potuto partecipare all'uscita di fine anno, organizzata dai seminaristi, a Chichiriviche, dal 26 al 31 d luglio. Finalmente un po' di turismo vero!!! Ci è costato arrivarci. Per problemi alla "buseta", abbiamo impiegato due giorni all'andata e uno intero al ritorno. Però i tre giorni lì sono stati belli e hanno fatto dimenticare gli inconvenienti. È stato il mio primo vero contatto col Mar dei Caraibi, specie nella visita a "los cayos": isolotti di quelli che si vedono nelle pubblicità sui mari tropicali. Le foto di quei giorni è meglio non pubblicarle!!! Interessante il fatto che abbiamo potuto conoscere meglio i ragazzi in un ambiente di libertà e vacanze. Non sono mancate conferme e alcune sorprese, utili per impostare o aggiustare la formazione in seminario.
Dall'1 all'8 agosto vita di seminario, con lavoro manuale per preparare l'incontro annuale del Juconfra, che si è tenuto dall'8 all'11, e ha visto la partecipazione entusiasta di 170 giovani. Sono stati giorni belli e intensi, che io ho vissuto a metà, perché sono dovuto andare a Guanare dal 10 al 12 per aiutare nella parrocchia (anche lì alcuni frati erano in vacanza e p. Pietro era al Juconfra). Ho celebrato tre messe domenicali, oltre quella del sabato sera: cappella di Fatima; villaggio di Papelón; parrocchia di S. José Obrero. Poi di nuovo al seminario, fino al 18, e quindi Caracas.

I nuovi dipinti nella chiesa di Caracas,
che la rendono molto più bella e solenne