sabato 11 luglio 2009

11 luglio: S. Benito, abad


Oggi stiamo celebrando la festa di S. Benedetto, patrono d'Europa. In verità, non gli si dà molta importanza a queste latitudini (mbé, non è che in Italia si sia messi granché meglio...) e si celebra come "memoria", neanche come "festa". In certe occasioni si avverte maggiormente la distanza geografica e culturale con l'Italia.
Distanza che spero di annullare tra un mese esatto. Proprio ieri ho comprato il biglietto aereo. Partenza l'11 agosto. Sì, mezza giornata di S. Chiara me la farò in volo. Arrivo a Bari il 12, alle 14.30 circa. Ritorno da Bari addirittura il primo ottobre...
È un tempo più lungo; ma poi risulterà molto breve per le varie visite alle comunità e, soprattutto, per i giorni della novena di S. Giuseppe a Copertino. Ho fatto di tutto per evitarla, suggerendo l'impegno mio per meno giorni, ma non ci sono riuscito. Alla fine mi è stato semplicemente comunicato che il mio nome era già stato stampato sui manifesti. Per cui le mie vacanze serviranno anche di preparazione alla novena... Per non dire che non mi sento all'altezza delle aspettative dei copertinesi nei confronti della novena. Sono gli "esercizi spirituali" del paese, con i quali si comincia il nuovo anno sociale. E io non mi sento, perché non lo sono, un predicatore. Inoltre, ho lasciato Copertino da 12 anni e, da allora, non ho avuto modo di mantenere molti contatti con "S. Giseppu nuesciu". Dovrà aiutarmi lui stesso a trasmettersi, ancora una volta, ai copertinesi. Se poi penso ai predicatori che si sono succeduti anche negli anni in cui sono stato a Copertino. O a Giovanni Iasi, che tanto bene ha fatto l'anno scorso... Mbé, meglio non pensarci, se no vado in tilt più di quanto già ci sono.

A proposito di distanze accorciate o annullate, a inizio mese abbiamo avuto la gioia di avere tra noi il Ministro generale, fra Marco Tasca, e l'Assistente generale per l'America Latina, fray Jorge. L'incontro con il Generale è stato molto fraterno e informale. Marco non è cambiato affatto. Avrà qualche chilo in più, ma gli serve per esprimere ancora più calore e fraternità nei saluti e negli abbracci. I frati venezuelani e i seminaristi sono stati piacevolmente sorpresi dal suo non stare nei protocolli e dalla sua "vicinanza" senza barriere di nessun tipo. Qui dove un titolo, fosse anche di usciere, crea autorità improprie e ridicole. Insomma, ci è piaciuto molto il suo spirito fraterno, la sua allegria, il salire dagli schemi e formalismi, la chiarezza di idee e sana decisionalità. Grazie, Marco!!... per essere stato con noi, fratello tra fratelli, e per non aver lesinato parole di amore e incoraggiamento ai tuoi confratelli del Venezuela e ai laici che ci accompagnano. Alla prossima!!