venerdì 15 gennaio 2010

Tiempo de Navidad 2009-10

Rieccomi nel blog, dopo un po’ di tempo e promesse varie di aggiornamento al più presto possibile. Mi domando se non dovrei usare di questo strumento di comunicazione in maniera differente; quasi un diario con esperienze, narrazioni e considerazioni brevi e più frequenti. Non sapendo darmi una risposta, credo che continuerò così come ho fatto finora.

Mi tocca raccontare di un tempo lungo – il periodo natalizio – che abbraccia più di 20 giorni e 3 tipi di esperienza, con rispettivi luoghi, diverse tra loro: la missione di Natale a Venegara; la gita all’isola Margarita; le lezioni ai novizi di Pueblo Llano. Cercherò di essere breve.

Babuquena, insieme a Virginia (17 anni, ragazza madre) e sua figlia nata a luglio

Venegara – Ancora una volta mi è stato chiesto di andare per la novena di Natale a Venegara, vicino La Grita, dove sono già stato a Natale scorso e durante la Settimana Santa. Siccome è la terza volta che mi mandano alla suddetta “aldea”, è normale che i rapporti si facciano sempre più saldi e familiari. Sono quasi di casa lì, anche perché cerco di andarci una volta al mese a cercare (leggi “questuare”) verdura, trattandosi di una località agricola.

Questa volta non ero solo. Mi ha accompagnato un seminarista diocesano del seminario minore, e quindi inesperto, essendo alla sua prima esperienza e avendo appena 16 anni. Inoltre, i villaggi vicini, dove avevo aiutato nelle precedenti occasioni, erano tutti forniti di sacerdote, per cui mi sono dedicato alla visita delle famiglie, con la scusa della benedizione dei presepi. Naturalmente ho confessato, celebrato Messa ogni sera, visitato gli ammalati… A differenza delle altre volte, sono entrato in tutte le case, fosse anche per pochi momenti. Questo mi ha permesso di conoscere quasi tutti gli abitanti di Venegara, che altrimenti non avrei incontrato, visto che non è facile coinvolgerli nelle cose della chiesa. Sono persone buone, ma spesso indifferenti. Ci sarebbe bisogno di qualcuno che li coinvolga, durante questi tempi forti, o maggiormente nella pastorale ordinaria.

Momenti fuori sono stati la Messa a Babuquena (villaggio a mezz’ora di macchina, dove mi sono recato la sera prima) alle 5.30 del mattino seguita dalle confessioni, il giorno 18 dicembre. Esperienza ripetuta il 23, con l’aggiunta della Messa al Paramo del Rosal (ore 15.00), al Palenque (alle 17.00) e, naturalmente, a Venegara alle 19.30. Mentre il 24 mi sono reso disponibile a celebrare la Messa della vigilia per gli anziani e le suore dell’ospizio de La Grita alle 16.00, per terminare con la Messa della notte alle… 21.00!!! Pare strana la ora per un italiano, ma ho dovuto lottare per non anticiparla, perché a molti pareva troppo tardi.

Il 25 l’ho trascorso nell’attesa di un passaggio per il seminario, che è slittato sempre più tardi. Doveva essere al mattino. Poi hanno telefonato dicendomi che era per il pomeriggio, cosicché sono andato a celebrare nella cappella centrale della parrocchia, a Sabana Grande. E aspetta aspetta, siamo partiti alle 18.00 per arrivare in seminario alle 23.00 (normalmente si impiegano due ore e mezza), dopo una sosta di un’ora per far raffreddare i freni che non rispondevano, e percorrendo l’ultimo tratto di strada in prima e seconda perché non si surriscaldassero di nuovo.


Isola Margarita – Il mattino dopo ero alle prese con una nuova partenza, questa volta una gita dei formatori (in seminario si fermava la famiglia di fray Franklin) all’isola Margarita. Alle 16.00 abbiamo (fray Jesus Alexer e io) preso il pullman diretto a Puerto la Cruz, dove siamo arrivati 19 ore dopo!!! Qui ci aspettavano fray Luis y fray Pedro, con un suo nipote. Presa una stanza per cinque in un hotel “senza stelle”, abbiamo passato un giorno in città. Niente di eccezionale, se si eccettua il paesaggio costiero. Brusco per me il passaggio dal fresco di Venegara al caldo afoso della città. Bella la celebrazione della Messa domenicale nella parrocchia santuario de “La Cruz” officiata dai padri salesiani e la passeggiata serale per il lungomare.


Puerto la Cruz - Aspettando l'imbarco

Il giorno dopo siamo saliti sul traghetto “veloce” per sbarcare sull’isola dopo due ore e mezza di navigazione. Verso le 17.00 siamo arrivati a El Valle, al lato del santuario nazionale dedicato alla Vergine Maria, dove ci aspettavano per ospitarci, avendo previamente contattato il segretario del vescovo, entrambi conosciuti. Ma forse per gli impegni natalizi non abbiamo trovato quanto speravamo. La prima notte l’abbiamo trascorsa in un cosiddetto “ospizio per pellegrini”: cinque in una stanza, con letti a castello e bagni comuni con gli altri ospiti. La pulizia lasciava a desiderare. Dal giorno dopo hanno pulito due stanzette attigue, con unico bagno, nel seminario diocesano vuoto, usato per ritiri di gruppi, e qui siamo stati senz’altro meglio, anche se in situazione molto francescana. Almeno avevamo l’uso della chiave, oltre a due stanzette per cinque persone.

Casa del Pellegrino a Margarita (le foto rendono "bella" la realtà)


El Valle: seminario

Che dire dell’isola? Preferisco di gran lunga il “mare nostrum”, senza le onde oceaniche. Le spiagge sono belle, ma non credo valga la pena venire in Venezuela per andare al mare, almeno per noi italiani. Certo però che, per il cambio favorevole, il soggiorno potrebbe essere economico. Se non altro ho mangiato pesce, finalmente. Al mattino, arepa ripiena di cazòn e pepitonas (squisito); a pranzo, zuppa o piatto a base di pesce; la sera non era possibile, perché non si vendeva pesce né c’erano ristoranti o pizzerie nelle vicinanze.


El Valle: santuario de la Virgen - Porlamar: chiesa di S. Nicola di Bari, patrono

I ricordi più belli? La fortuna di celebrare tutti i giorni nel santuario nazionale de la “Virgen del Valle”; la condivisione con gli altri formatori; l’accoglienza squisita dei laici e del parroco del luogo; la bellezza di alcuni paesaggi; il pesce mangiato, naturalmente; il viaggio di ritorno sul traghetto “lento” (5 ore), con la possibilità di stare in coperta e godersi mare e paesaggio, così, senza fretta.

Giunti a terra alle 18.30, ci siamo recati di corsa alla stazione dei pullman per comprare un passaggio fino a Barinas, dove avevamo lasciato le macchine. Siamo stati assistiti dalla provvidenza. C’era un pullman in partenza con giusto 5 posti liberi, altrimenti non si sa se ne avremmo conseguito altri, o almeno non viaggiando tutti insieme. Alle 6.30 del mattino del 4 gennaio eravamo a Barinas.


Spiaggia del Parguito: le onde sono molto più alte di quello che si vede in foto

Noviziato di Pueblo Llano – Ci sono arrivato nel pomeriggio dello stesso giorno e mi ha fatto molto piacere reincontrare i giovani seminaristi ora novizi. Sono 4 venezuelani e uno del Costarica. Abbiamo tenuto insieme un corso intensivo di Storia francescana fino al 1517. A parte le lezioni, la cosa bella è stata l’esperienza con loro e i frati della comunità. Sono uscito solo l’ultimo pomeriggio per andare a cercare verdura per il seminario. Venerdì sera ero già a casa, pronto a riprendere gli impegni normali e grato a Dio per le esperienze vissute, tutte diverse tra loro, però ugualmente arricchenti.