sabato 25 aprile 2020

11) Diario personale, dal convento, nei giorni del coronavirus


Lunedì 13 – Domenica 19 aprile 2020

Credo che all’inizio della quarantena per coronavirus tutti nutrivamo aspettative di una certa rinascita a partire da Pasqua. Il governo, saggiamente, ha rimandato al 4 maggio la possibilità di una maggiore apertura, facendo però capire che il virus non sparirà e che il ritorno a una vita “normale” non potrà che essere realizzato con cautela, rispettando ancora le norme di sicurezza che ci hanno fatto compagnia durante tutto questo periodo. È pur vero che abbiamo fatto una certa abitudine alla vita in casa, ma ci manca la possibilità di scegliere di uscire. Siamo attenti al distanziamento sociale, con il quale pare che dovremo imparare a convivere per un bel po’ del nostro prossimo futuro, ma sentiamo nostalgia degli abbracci e della vicinanza fisica, che tanto fanno bene al nostro umore e al cuore. Tra poco riprenderemo le liturgie pubbliche in chiesa; ma anche queste certamente risentiranno di norme tendenti al contenimento del contagio. Saremo forse costretti, per la salute fisica dei nostri fedeli, a limitare il numero dei partecipanti alle liturgie, magari moltiplicando le stesse. Insomma, un nuovo modo di vivere le liturgie e la vita ecclesiale. Speriamo che la novità non sia solo formale, e che porti a un modo rinnovato di vivere il rapporto con Dio, con i fratelli e con il mondo, basando sul Vangelo il nostro essere cristiani e la testimonianza missionaria.

Politica - I numeri del contagio e dei ricoverati di questa settimana fanno ben sperare nella lotta al virus, benché il conteggio delle vittime continui ad essere piuttosto alto. Si parla ormai apertamente della fase due e della graduale riapertura delle attività lavorative. Mi sarei aspettato una maggiore responsabilità da parte di tutte le forze politiche, di coesione di fronte a una emergenza come questa, che si gioca sulla pelle e le tasche dei cittadini, soprattutto, e come sempre, i più indifesi e vulnerabili. Tuttavia, la sensazione è che gli interessi di partito prevalgano sul buon senso e lo spirito di collaborazione. Una ulteriore occasione persa da parte della politica di essere al servizio del bene dei cittadini e di non fare il solito teatrino, dove chi ci rimette non sono generalmente coloro che stanno sul palco. Mi rendo conto che la situazione è difficilissima; ma proprio per questo sarebbero state opportune reazioni fatte col cervello piuttosto che di pancia. Invece si è continuato a litigare su tutto, a fare e creare confusione. Incluso sulla possibilità di far ripartire il campionato di calcio. Tutti gli altri sport hanno dichiarato la chiusura; il calcio ancora no. Dicono che ci sono forti interessi economici in ballo. Ma la vita delle persone varrà più del denaro? Giudicando le politiche economiche mondiali precedenti al coronavirus, sembrerebbe proprio di no. Le persone sono solo funzionali al mercato. È la società dello “scarto”, spesso denunciata da Papa Francesco. Di fronte a tutto questo, quale potrebbe e dovrebbe essere il sentimento di un cittadino comune?!?

Martedì 14 – Il martedì dopo Pasqua si celebra la festa della Grottella, con grande concorso di popolo verso il santuario, sia per una scampagnata, che per una preghiera personale alla Madonna, o per partecipare a una delle numerose SS. Messe che si celebrano. Questo fino all’anno scorso… Vista l’impossibilità di poter vivere la festa con le modalità tradizionali, abbiamo pensato di celebrare ugualmente una S. Messa dal santuario, rispettando le norme del governo sul tema, e di trasmetterla in streaming. Il riscontro in termini di gradimento ha superato le aspettative. Non potendo andare tutti i frati, abbiamo concelebrato io, fra Donato, don Adriano (parroco della zona, che si è incaricato dell’animazione canora) e don Emanuele. Oltre la presenza di due laici: uno per le letture e uno per la ripresa. Personalmente ho vissuto un momento davvero bello e intenso. Ho “sentito” la chiesa piena di tanti, ma tanti fedeli.

Venerdì 17 – Non sono superstizioso, non lo sono mai stato. Ma oggi il mio computer ha deciso di smettere di funzionare. In un periodo come l’attuale non è facile farne a meno. Tuttavia, mi sono concesso di staccare un po’ la spina dallo scrivere o leggere notizie o vedere trasmissioni e film. Ne ho approfittato per riposare, soprattutto dallo scrivere, dando spazio alla mia nota pigrizia a riguardo. Avrete capito che oggi me lo hanno restituito, e non ho più scuse. Il dubbio è se magari non abbiate approfittato per riposare anche voi… da me…

Sabato 18 – Alle 10.30 il vescovo mi convoca al santuario della Grottella per un sopralluogo in vista di un eventuale rosario da trasmettere su TV2000. Metto la tonaca per essere più credibile qualora mi fermassero per un controllo, e parto. Dopo nemmeno 300 mt mi ferma una vigilessa e le spiego perché sono in macchina. Facendo il suo dovere, mi chiede formalmente patente e libretto, mostrando un certo scetticismo sulle mie reali intenzioni o sulla opportunità di questa mia uscita. Temo che possa multarmi. Alla fine però mi compila l’autocertificazione, della quale ero sprovvisto, entrando anche lei in difficoltà sulla motivazione da apporre. Concordiamo che mi sto muovendo per motivi di lavoro. E in effetti è così.
Al pomeriggio finisco di leggere “I promessi sposi”. Ho goduto della lettura, anche se avrei accorciato alcune pagine di ambientazione storica. Incredibili poi le numerose analogie con quello che stiamo vivendo oggigiorno in riferimento all’epidemia da coronavirus, e addirittura ai luoghi più colpiti. Nel romanzo tutto si risolve quasi magicamente dopo una abbondante pioggia. Per noi non sarà così, anche se lo desidereremmo di vero cuore e con tutto noi stessi.

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