sabato 25 aprile 2020

12) Diario personale, dal convento, nei giorni del coronavirus

Lunedì 20 – Incuriosito dalla pubblicità fatta alla puntata di oggi, dove si sarebbe parlato degli attacchi al Papa da parte di correnti ultracattoliche e tradizionaliste, ho visto il programma “Report” su Rai3. Ho voluto prendermi qualche giorno prima di scrivere, per cercare di essere più caritativo e meno salace; ma è stato inutile. Purtroppo abbisogno ancora di parecchio cammino verso una conversione evangelica a livelli almeno accettabili. Cercherò di contenermi, e non usare il gergo ascoltato fin da ragazzo dai miei amici, che amo di vero cuore, perché mi hanno insegnato molto, pur non essendo, oserei dire per fortuna, soggetti da sagrestie. Sono attacchi penosi, di gente che non ascolta il Vangelo, pur magari leggendolo tutti i giorni. Secondo me gli rode il fatto che Francesco abbia un credito altissimo, e totalmente trasversale.

Gente, come Steve Bannon, che ha la spudoratezza di fare la morale al Papa, dopo che lui ha violato milioni di pagine Facebook, sia per indirizzare le elezioni statunitensi verso Trump, che per indebolire il ruolo mondiale di una Europa unita, condizionando le opinioni di voto del referendum sulla Brexit. Gente che occupa da più di un anno l’abbazia di Trisulti, presa in gestione per conto di Steve Bannon per trasformarla in una scuola politica di sovranismo. Lo scorso giugno il  sottosegretario ai Beni Culturali  aveva assicurato che l'associazione Dignitatis Humanae l’avrebbe abbandonata a breve a causa delle irregolarità nell'assegnazione. Ma sono ancora là, in attesa che il governo si pronunzi su qualcosa di evidentemente irregolare. Quali santi hanno nei palazzi alti del governo?!?... perché quelli che veneriamo nella Chiesa non appartengono alla loro corrente, collusa con il potere e certamente non a servizio dei poveri. Credo di poter affermare che essi dialogano con sé stessi e non con Dio; con i loro schemi mentali e l’affermazione di poteri forti, non con Cristo povero e crocifisso. Mi causano rigetto le loro liturgie lontane dal popolo, in nome di un “mistero” da rispettare, quando nella Bibbia il “mysterion” è il disegno di salvezza universale concepito dalla misericordia di Dio, per tutti, loro compresi!! È ridicolo il ricorso a paludamenti liturgici quasi tridentini, dimentichi che nell’ultima cena Gesù si cinse di un asciugamano, simbolo del comandamento dell’amore reciproco, e non se lo tolse più, indicandoci che il senso e la finalità di ogni celebrazione eucaristica sono la comunione e il servizio. Verso tali degenerazioni del rapporto con Dio, propri di una mentalità farisaica, Gesù usò parole di fuoco.

Queste correnti ultracattoliche e tradizionaliste affermano che il coronavirus è una punizione di Dio per le posizioni del Papa sui migranti, i divorziati risposati, l’omosessualità, la difesa dell’ambiente, il dialogo con le altre religioni. A parte il fatto che un Dio vendicativo non è quello di Gesù Cristo. Ma mi chiedo: se fosse un castigo di Dio, perché non pensare che comprenda anche il peccato di pedofilia, che queste correnti hanno sempre cercato di coprire in nome di una autonomia giuridica dei consacrati rispetto al resto del mondo? Che dire poi dell’attaccamento al potere e della gestione poco etica, anzi diabolica, di notevoli fondi di denaro da parte di uomini di chiesa collusi coi potenti di turno? Il Papa richiama continuamente al rispetto della vita. Lo ha fatto anche la notte di Pasqua, chiedendo che cessino gli aborti e la produzione di armi. O forse che ci sono differenze tra l’eliminare una vita nel seno di sua madre, e sterminare civili innocenti attraverso guerre generate e armate dai paesi occidentali, per lo sfruttamento delle risorse di quelli del cosiddetto terzo mondo. O permettere la morte di milioni di esseri umani per mancanza di cibo e medicine, a causa di una ignobile sperequazione dei beni della terra? E del saccheggio delle risorse della terra da parte di multinazionali, con eventuale sterminio di intere tribù indigene o sfruttamento della forza lavoro locale, ne vogliamo parlare? So che qualcuno potrebbe dirmi che sono i soliti discorsi di sinistra. Lo dicono anche di Papa Francesco. Etichettare è la strategia, l’espediente più usato da parte di chi non ha argomenti.

La trasmissione ha avuto anche momenti comico-ridicoli. Ne rendo conto di alcuni, non con le parole esatte, ma con la chiarezza dei concetti espressi. Come quando un “autorevole” personaggio ha affermato che mai nella storia della Chiesa c’è stato un Papa così eretico da chiamare “madre” la terra, e che tanto male ha fatto alla causa del vangelo. Mi chiedo sinceramente se conosce la storia o se ha voluto manipolare la verità a suo vantaggio. Forse entrambe le cose. O quando un arrabbiato rappresentante di Ordine Nuovo ha preteso la celebrazione pubblica della Pasqua, criticando così i vescovi che hanno aderito alle direttive del governo sul controllo dell’epidemia. Nutro seri dubbi sulla sua partecipazione alla messa domenicale o a quella di Pasqua. Mi chiedo da quanti anni non frequenta una chiesa e non si mette in dialogo sincero con Gesù. Forse capirebbe che di “nuovo” non ci dovrebbe essere il suo concetto di “ordine”, ma il suo cuore. L’uomo reso nuovo dal Vangelo rigetta ogni forma di violenza fisica e verbale, che invece caratterizza quasi sempre le parole e le azioni del suo movimento. Infine (ma a rivedere la puntata magari se ne scoprono di altri…), il gesto “profetico” di uno dei membri più autorevoli di questa corrente anti Francesco, il quale ha gettato nel Tevere immagini della Pacha Mama (= la Madre Terra, per popoli indigeni dell’America Latina), la cui presenza di una statuina in San Pietro, durante la preghiera ecumenica di tutte le religioni, avrebbe provocato il castigo di Dio e il diffondersi dell’epidemia. Salvo poi, dopo qualche giorno, ammalarsi lui stesso di coronavirus (gli auguriamo di riprendersi presto, se stesse ancora male).

Di fronte a queste accuse, dovrei pensare di aver sbagliato tutto nella mia vita (chiaro, fatti salvi gli errori dovuti alla mia umanità e durezza nel convertirmi), visto che mi sono messo alla sequela di Cristo, alla scuola di un altro Francesco, quello di Assisi. Il quale, nella sua preghiera forse più bella e sentita, loda Dio per la nostra “sorella madre terra”, esattamente come ha fatto il Papa attuale. Quel San Francesco che ha riformato la Chiesa del suo tempo scegliendo la via della povertà e umiltà, mettendosi dalla parte dei poveri e al loro servizio, esattamente come Francesco Papa e, udite udite, Dio stesso!! Certo, senza discriminare, ma identificandosi soprattutto con loro. Egli, che partecipa alle crociate senza armi e, in nome di Dio (quello vero), cerca il dialogo con il sultano; che, a dispetto di sovranismi e razzismi vari, usava dire che il frate è un fratello universale, ed ha il mondo per chiostro. Il “volgare” (naturalmente nel senso di “popolano”) Francesco di Assisi, il quale celebrava nel latino ufficiale della liturgia della Chiesa dei suoi tempi; ma, in privato, quando ricercava l’intimità con Dio, si esprimeva in “volgare”, cioè nel suo dialetto, nella lingua appresa da piccolo, a uso della quotidianità delle relazioni umane e del commercio, ma anche per esprimere i sentimenti più sinceri e le profondità del cuore.

Termino con una richiesta di perdono, una preghiera e una frase di frére Alois di Taizé. Il perdono, perché non sono riuscito ad essere più fraterno nella correzione. La preghiera mi è venuta in mente scrivendo queste riflessioni. La definirei una “giaculatoria popolana”, forse propria dei muratori, o inventata da uno di loro, ascoltata da mia nonna paterna, la carissima Maria Falón: “cofn ius e cofn sus, e Gesù Crist lu prezius”. Non è splendida?!? Il dialetto a servizio della lode a Dio, coniugando fede e lavoro di tutti i giorni. La frase-riflessione che credo riassuma bene l’atteggiamento di Papa Francesco in mezzo a tutte queste battaglie e contrarietà: “I rovi che attraversano la nostra strada alimentano un fuoco che rischiara il cammino”.

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