VIAGGIO IN VENEZUELA
GUANARE - BARINAS - CARACAS (25-30 LUGLIO)
Ex ministranti de La Culata |
Martedì 25 - L'appuntamento con fray Franklin, che mi porterà a Guanare, è presso il ponte sulla statale per Mérida, alle 10.30. Insieme a lui viaggiano 3 postnovizi. Sistemati i bagagli e versata con una pompa manuale benzina nel serbatoio della macchina partiamo. Facciamo sosta a Barinas, in un ristorante, per il pranzo (cachama frita, tostones, riso e insalata), squisito ed economico. Arrivati a Guanare, restiamo senza luce per almeno 3 ore. La gente ormai vi ha fatto il callo. Le mancanze di energia elettrica sono un problema persistente in tutta Venezuela. Non vi è una logica in tutto questo, per cui non sai mai quando la corrente possa mancare e quanto durerà.
Mercoledì 26 - Insieme a fray Franklin, custode, a fray Juan Gregorio, guardiano, e a fray Pietro andiamo a fare visita al vescovo di Guanare, da poco eletto, mons. Owaldo. È un dialogo bello e sincero, in un clima di vera fraternità. Ne usciamo contenti e incoraggiati. Al pomeriggio fray Avilio mi porta alla cappella di Fatima per la celebrazione dell'Eucaristia. Mi sento in famiglia, perché varie volte ho celebrato qui durante l'anno e mezzo di presenza a Guanare. Non c'è tanta gente come le domeniche, tuttavia saluto volentieri le persone presenti che conosco. All'arrivo in convento mi aspettano Walter "el chino", la moglie Andreina (ex giovani della Gifra) e la figlioletta Alma. Rimaniamo a chiacchierare fuori del portone, e si uniscono a noi Waldemar, giovane ministro dell'OFS locale, Chema e sua moglie Nancy. Ci si racconta e si ride come amici che si ritrovano dopo tempo.
Giovedì 27 - Partenza con Franklin alle 7.00 per Barinas; arrivo alle 8.15 e colazione. Mentre mangiamo siamo informati del numero di Ss. Messe del giorno: 8.30, 10.00, 14.00 (Messe di grado) e 17.00 in parrocchia; 10.00 per studenti di 5º anno (16-17 anni) nella cappella di "Mi Jardín", barrio molto popolare. Chiedo di poter andare a celebrare questa Messa, perché durante la mia permanenza di circa 8 mesi a Barinas ero l'incaricato della comunità. Allora celebravo su un terreno all'aperto, spesso al cospetto di moscerini e zanzare, ora è stata edificata una cappella, grazie alla visione, alla fede e agli sforzi di questa gente. Vivo la Messa con gioia e partecipazione. Alla fine le immancabili foto ricordo, forse anche perché sono italiano. Il professore che mi ha accompagnato mi ha presentato la situazione scolastica. Gli insegnanti pubblici guadagnano 10 dollari al mese e continuano ad insegnare per amore al loro lavoro e nella speranza che qualcosa cambi; nel frattempo si inventano altre attività per poter sopravvivere. Gli alunni del quartiere per la gran parte devono anche lavorare per aiutare le famiglie. Molti hanno i papà all'estero. Alcuni sono già genitori.
A sera vengono a trovarmi Arturo e Carla, giovani amici di vecchia data, insieme alla terzogenita Andrea. Arturo si è formato tra i frati, e Carla proviene dalla esperienza Gifra. Oltre i loro impegni lavorativi e familiari, entrambi cercano di portare avanti progetti sociali per i ragazzi del loro quartiere, e di formazione giovanile. Hanno tante belle idee, ma pochissimi mezzi. Il Signore li aiuti a individuare i progetti più fattibili e a trovare le possibili risorse.
Venerdì 28 - Alle 9.00 vengono a prendermi Carla e Arturo, insieme ai loro tre figli, per andare a trovare Chucho, un nostro comune amico ex frate. Vive con suo padre anziano, guadagnandosi la vita con la produzione e vendita di pane. Passiamo circa due piacevoli ore insieme. A sera presiedo la celebrazione eucaristica (con omelia, come è d'uso in Venezuela ogni giorno) e approfitto per salutare la comunità, visto che domani volo in aereo a Caracas.
Aereo da Barinas a Caracas |
Sabato 29 - Esco alle 7.00 per andare al vicino aeroporto. Mi accompagnano fray Ángel, neo guardiano di Barinas, e fray Henry, studente di teologia, il quale si reca a Valencia per le vacanze in famiglia. A parte un controllo della valigia da parte della polizia, tutto procede bene. L'aereo è piccolo, conta 48 posti, ma il viaggio si svolge in assoluta tranquillità. All'arrivo mi tocca aspettare circa un'ora e mezza prima che fray Fernando venga a prendermi, visto che ha dovuto celebrare due battesimi in parrocchia. Lo accompagna fray Hermes, mio compagno di viaggio per l'Italia. Per pranzo siamo in convento.
Domenica 30 - Visto che mi tocca celebrare la sera, decido di fare una passeggiata verso il centro di Caracas. Intorno alle 9.00, subito dopo colazione, esco dal convento, scendo alla Avenida Sucre e mi dirigo verso il centro. In poco meno di mezz'ora sono alla bella chiesa di San Francisco, monumento storico, nel cui convento ha sede l'Accademia nazionale, anticamente francescana oggi assistita dai gesuiti. Vorrei approfittare per confessarmi, ma non c'è traccia di sacerdote. Mi sposto allora alla vicina cattedrale.Iglesia San Francisco
Cattedrale |
Arrivo che la Messa sta terminando. Chiedo a un signore, che pare essere come un responsabile del controllo nel tempio, se c'è un sacerdote disponibile per le confessioni. Mi dice di aspettare e si reca in sacrestia. Ritorna e mi invita ad entrare. Faccio così la conoscenza con padre Juan Carlos Silva, parroco e presidente del tribunale ecclesiastico. Ha studiato diritto canonico alla Lateranense. Oltre che una confessione, dialoghiamo da buoni e recenti amici, in italiano. È da solo nei suoi impegni pastorali che sono molteplici, come è facile immaginare, senza la possibilità attuale di un aiuto. Conosce e apprezza la nostra parrocchia di Lídice, dove un suo zio è stato il primo parroco, e i francescani conventuali, avendo una buona amicizia con qualcuno di noi e avendo stimato molto fra Giovanni Pentimone.
Tomba di Simón Bolívar |
La sera presiedo la celebrazione eucaristica, accompagnato come concelebrante dal mio compagno di viaggio fray Hermes.
Lunedì 31 - Giornata dedicata alla preparazione della partenza e delle valigie, vissuta insieme a fray Hermes. Tutto termina abbastanza presto e mi preparo a vivere una giornata "vuota", pronto a ricevere quello che viene. Ci rivediamo in Italia.