mercoledì 19 luglio 2023

Da Palmira a Mérida (7-9 luglio)

 VIAGGIO IN VENEZUELA 

7-9 LUGLIO: DA PALMIRA E MERIDA

Sono giornate intermedie, prima dell'inizio del Capitolo custodiale. L'ultima giornata in Táchira, il viaggio a Mérida e il giorno prima dell'arrivo dei frati per aprire ufficialmente i lavori capitolari

Venerdì 7 luglio - Ho passato la mattina in seminario, dedicandomi a leggere qualcosa e a pubblicare, su FB e blog, le prime impressioni sul mio viaggio. Al pomeriggio è venuta a trovarmi Zarahyt, conosciuta soprattutto durante la missione nella parrocchia di Puente Real, quartiere di San Cristóbal. Da allora siamo ottimi amici. Due ore piacevoli di conversazione. Si è narrata lungamente, come lei sa fare, coinvolgendo chi ascolta. È un vulcano di parole e di iniziative benefiche. Donna determinata e dal cuore grande. Devotissima di Santa Rita, non riesce a capacitarsi del fatto che io, pur vivendo in Italia, non conosca ancora Cascia. Mi ha fatto promettere di andarci appena possibile, e di pregare per lei e la sua famiglia. 

Intorno alle 17.30 sono venuti a prendere me e fray Edgardo, tornato qualche giorno fa da Roma, Darío e Yorli, coniugi appartenenti all'Ordine francescano secolare, per portarci a casa loro, dove ci aspettava un "compatir" insieme ad alcuni altri membri della fraternità e a familiari. Abbiamo trascorso 2-3 ore di amichevole e bella condivisione fraterna, tra "pastelitos" fritti dolci e salati, calentado e conversazioni. Una serata tra amici, condita di semplicità e allegria.

Alla fine mi hanno fatto un regalo: un giubbino tipo k-way, con stampato il mio nome e quello dell'OFS del seminario, e con i colori dell'Italia e del Venezuela, le mie due patrie, le mie due famiglie. Mi emoziona questa attenzione verso la mia persona, specie considerando che nessuno di loro vive una vita agiata e che questa spesa, pur piccola, pesa sul loro esiguo bilancio.

Sabato 8 luglio - Dopo colazione, insieme a frei Rogerio, assistente generale per l'America Latina, fray Pedro Briceño e fray Carlos Ortiz sono partito alla volta di Mérida. Il viaggio è durato all'incirca 6 ore, su strade per lunghi tratti rovinate o a pericolo crollo delle rupi circostanti. Ciò che balza subito agli occhi, per uno proveniente dall'estero, sono i continui posti di blocco lungo la via. In Táchira ne abbiamo contati almeno dieci, e in quattro di essi hanno voluto vedere i nostri documenti. In un paio hanno fatto difficoltà a me e a Rogerio, facendoci domande assurde (da dove venite e dove andate? perché siete in Venezuela? ecc.) in una situazione grottesca, che richiede pazienza e sangue freddo. Per strada ci siamo fermati a mangiare in un ristorante lungo la via, appena entrati nello stato Mérida. Un pranzo tipico del Venezuela, saporito ed economico, per quelli che sono i prezzi attuali.

A Mérida abbiamo sostato e visitato la chiesa e il convento di Belén, accolti dal Custode fray Franklin e dai postnovizi, che si sono spostati in questa struttura in pieno centro per poter frequentare l'istituto teologico vicino con maggiore tranquillità e meno dispendio di tempo e soldi. Il convento, abbandonato da anni dai confratelli cappuccini, necessita di importanti lavori di restauro e di cambi architettonici, per adattarlo al nuovo uso e alla comunità dei formandi. Si sta lavorando alacremente al piano terra. Entrando ci si ritrova nel bel mezzo di un cantiere edile. I frati si arrangiano alla meno peggio e encomiabilmente al primo e secondo piano, anch'essi bisognosi poi di lavori di ristrutturazione.

Verso le 17 siamo saliti a San Javier del Valle, dove terremo

il sesto capitolo della Custodia del Venezuela. Una splendida struttura tipicamente latino americana, con abbondante uso del legno, un bellissimo grande patio centrale e, disposti su tre lati, un lungo porticato e le stanze, semplici ed essenziali. Ci accolgono le tre suore che custodiscono e curano questa casa per ritiri con l'aiuto di personale laico: suor Ednora e suor Joy, filippine, e suor Angela, indiana. Sono allegre e gentilissime.

Domenica 9 luglio - Fray Franklin ci suggerisce di approfittare della mattinata per salire in funivia verso il Pico Bolivar. Celebro alle 7.00 l'Eucaristia per le tre sorelle nella loro piccola cappella. Una celebrazione familiare e calda. Dopo colazione scendiamo verso la città e ci rechiamo alla funivia: io, frei Rogerio e fray Franklin. A me danno uno sconto per anziani e pago come venezuelano, grazie alla carta di identità di quando risiedevo in Venezuela. 

Partiamo con il primo viaggio della giornata, intorno alle 10.00. Cambiamo cabina in quattro stazioni differenti, per arrivare dai 1.600 mt circa di Mérida, ai 4.765 dell'ultima stazione. Lo spettacolo è meraviglioso!! Man mano che si sale cambia lo scenario paesaggistico, passando dalla frondosità e rigogliosità, alla roccia brulla ricoperta di fraylejones. 

All'arrivo il freddo si sente; ci sono spruzzi di neve qua e là, e cade acqua neve. L'aria rarefatta e la mancanza di ossigeno si fanno sentire. Ci viene detto di muoverci adagio, ma non potremmo diversamente, visto l'affanno che ti prende appena accenni a movimenti pìù normali o a salire le scale al tuo passo solito. Nel frattempo il cielo si è annuvolato anche a quote più basse. Siamo stati davvero fortunati a partire subito e a godere del paesaggio.

Da domai iniziano gli arrivi dei frati dai diversi conventi del Venezuela. Mentre martedì 11 prendono avvio i lavori capitolari. Ci risentiamo alla fine... penso...

Nessun commento: