VIAGGIO IN VENEZUELA
PUEBLO LLANO (19-24 LUGLIO)
Nel programmare la mia permanenza in Venezuela pensavo che fermarmi una settimana a Pueblo Llano potesse essere troppo; invece si è rivelata breve. Ho incontrato e parlato con molte persone; ho ascoltato storie rimaste sospese nella mia memoria; ho visitato case e rivisto luoghi che ormai appartengono al mio vissuto. Tuttavia, so che alcuni sono rimasti da incontrare, e me ne dispiace; il tempo passato e l'età mi hanno reso difficile il ricordare storie e nomi, e ne sono rimasto addolorato, anche per loro; non ho avuto tempo di camminare sentieri e strade esplorati durante i miei due anni a Pueblo Llano, anche per la pioggia caduta, ma probabilmente ora mi mancherebbe la preparazione fisica.
Sono stati giorni molto pieni, in quanto a celebrazioni e incontri, nonché a sentimenti provati. Misto di dispendio fisico e di emozioni intense. Le Ss. Messe presiedute: in paese, a El Arbolito e a La Culata (la mia zona pastorale quando ero qui), alcune delle quali per studenti delle differenti scuole, in ringraziamento per una tappa conclusa (asilo, elementari, superiori), cosa alla quale si tiene molto. Dappertutto ricevuto con amore e affetto. Gli inviti insieme ai frati presenti, fray Jesús Aléxer e fray Erwin: pranzo da Jony e Jeny, cena da Victor e Yarbelis, pizza in un locale del posto: momenti di bella convivialità. Mi sono emozionato al rivedere ragazzi e ragazze ora cresciuti; sorpreso dal loro affetto e dalla loro bellezza.
Ho provato tantissimo piacere nell'apprendere del magnifico lavoro che fray Erwin sta facendo con i giovani attraverso il movimento "Sequela Christi", da lui fondato e che si sta diffondendo in varie altre parrocchie. I giovani e gli adolescenti coinvolti nel progetto cristiano sono davvero tanti (più di un centinaio nella sola Pueblo Llano). Ho ammirato la disponibilità pastorale di fray Jesús Aléxer, il suo carattere gioviale e accogliente verso tutti. Non ho potuto condividere, se non un paio di giorni, con fray José Luís, partito poi per un periodo di vacanze in famiglia; ma è notevole il lavoro portato avanti per abbellire e dare dignità al tempio parrocchiale, per far crescere la comunione tra le diverse componenti della comunità e la corresponsabilità dei laici. Questi ultimi due frati hanno ricevuto l'obbedienza per altre comunità, ma sono sicuro che coloro che li sostituiranno daranno seguito a tali opere pastorali e spirituali, motivati, aiutati e spinti da laici preparati e santi.
Durante i giorni a Pueblo Llano mi hanno scattato una gran quantità di foto. Molti hanno voluto che posassi insieme a loro. Purtroppo al momento non ho con me quasi nessuna di quelle foto, ma la mente e il cuore sono pieni di istantanee. Vorrei lasciarne qualcuna nel ricordo scritto.Mercoledì 19 - 16º anniversario dell'arrivo della reliquia di San Benito da Palermo. Mi è stato richiesto di presiedere la Messa della sera, presenti alcuni rappresentanti dei gruppi di San Benito. Dopo la celebrazione, durante tutta la processione con la reliquia e al ritorno in chiesa si sono scatenati i tamburi e le danze, riproducendo solo una piccola parte di quello che avviene il giorno della festa, il 2 gennaio. San Benito da Palermo, francescano, negro figlio di schiavi affrancati, è stato proposto dai missionari come figura con la quale potessero identificarsi gli africani portati in schiavitù nelle Americhe. Per cui i suoni e le danze hanno un carattere "tribale", africano. Con la reliquia in mano ho percorso le due strade principali del paese, accompagnato dai "sanbeniteros", preso dal ritmo e dall'energia dei suoni e delle danze. Ma ancora ho nella mente lo spettacolo dell'imbrunire, la sua luce suadente e riposante, gli occhi rapiti dallo skyline della catena montuosa che fronteggia la chiesa. Il mio primo giorno a Pueblo Llano non poteva avere miglior conclusione.
Giovedì 20 - Avendo saputo che era in programma la Messa vespertina a La Culata ho chiesto di poterla celebrare io. Fray Erwin si è offerto di accompagnarmi in moto, perché c'era da risparmiare benzina, visto che da queste parti scarseggia di brutto, con forti ripercussioni economiche sul trasporto della verdura che si produce. È una situazione a dir poco assurda e paradossale. In due sulla moto, regolarmente senza casco, mi sono fatto lasciare a casa di Maria Ernestina e famiglia, amici, potendo così riabbracciare la piccola Fabiola (4ª elementare) e Jairito (5ª elementare), ammalato di spina bifida, intelligente e simpatico. Salendo alla cappella abbiamo dato un passaggio a Lenis e Guadalupe, gemella di Valentina. In chiesa ho rivitrovato e riabbracciato persone alle quali sono legato da bella amicizia, cominciando dalla responsabile Maribela. Non posso fare i nomi di tutti e tutte, ma li porto nel cuore...
Sabato 22 - Yelitza, amica e collaboratrice della parrocchia, che sono andato a trovare la sera del mio arrivo, proprietaria di una delle radio del pueblo, al lato della parrocchia, mi ha invitato per una intervista alle 8.30 del mattino. È il mio primo intervento alla sua radio; non lo avevo ancora fatto, pur avendo un buon rapporto con Amilcar, suo defunto marito. La sera concelebro a una Messa di ringraziamento per il conseguimento della laurea universitaria. Sono solo ragazze. Il che è normale da queste parti, dove la stragrande maggioranza degli uomini preferisce dedicarsi da subito al redditizio lavoro nei campi, tralasciando purtroppo la formazione culturale, ad appannaggio quasi esclusivo delle donne.
Domenica 23 - Giornata piena, iniziata con la celebrazione festiva nella cappella de El Arbolito, alle ore 9.00, trasportato ancora una volta in moto da fray Erwin. Sono circa 6 km. Al termine saluto le persone presenti e faccio colazione, con "arepa de trigo" e formaggio, accompagnato da caffelatte. Quindi alle 11.00 Messa a La Culata, con battesimo di Dayerlin Yisel, figlia di Dayana, ex responsabile dei ministranti durante il mio lavoro pastorale in questa zona. Al pomeriggio mi dedico alla benedizione delle case di Érika e Zenaido, Yulimar e Diego, Dayana e Jony. Le ragazze - non oso chiamarle signore per la loro giovane età - erano e sono una bella presenza nella cappella, dove prestano il loro servizio a favore della evangelizzazione. Sono loro molto affezionato e loro lo sono a me. Naturalmente mi muovo a piedi, tra "scorciatoie" e strada normale. Mi reco anche a far visita a Oriala, giovane donna costretta sulla sedia a rotelle, molto vicina all'associazione "Giovanni XXIII", e passiamo un sereno e gioioso momento insieme. Scendendo da casa sua, resto incantato a osservare la bellezza di questa valle. Una bellezza non turistica e artefatta, ma genuina, come la fede di questa gente. Al pueblo (distante circa 11 km) mi ci riporta Diego in moto, quando ormai è iniziata la sera. La giornata termina con una buonissima pizza insieme a fray Erwin e fray Jesús Aléxer.
Non ho voluto riportare in dettaglio, per non tediare, le giornate vissute a Pueblo Llano, né elencare le tante persone incontrate e con le quali ho scambiato e aggiornato storie di vita. Mi porto dentro la gioia di quanto vissuto, come regalo di Dio, i volti rivisti e quelli che non ho potuto vedere, per il poco tempo a disposizione o perché fuori paese. Lunedì 24 ho salutato tutti nella celebrazione vespertina (la Messa è trasmessa ogni sera per radio), ringraziando per il bell'esempio di fede forte e semplice che mi hanno sempre dato. Nel lasciare il pueblo ho sentito qualcosa di simile a 6 anni fa, quando sono tornato in Italia. Come un senso di vuoto, di processo interrotto e non portato a termine. Contento e ferito a un tempo. Quasi la paura che si possa trattare di un addio, che non si ripresenti più una occasione per tornare. Ma non ci voglio pensare... Lascio tutto nelle mani di Colui che sa e dispone...
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