lunedì 4 maggio 2020

14) Diario personale, dal convento, in tempo di coronavirus


Mercoledì 29 aprile – Domenica 03 maggio 2020
 
Mercoledì 29 – Alle 21, su TV2000, è andata in onda la recita del rosario dal santuario di S. Maria della Grottella, registrato però venerdì scorso. Se infatti fosse in diretta, il momento di preghiera potrebbe comportare interruzioni o spostamenti inopportuni di telecamere, che risulterebbero nocivi al clima orante che si vuole trasmettere ai telespettatori. Questa del rosario del mercoledì, da differenti santuari mariani del Paese, è una iniziativa di preghiera promossa dalla CEI per invocare da Dio, tramite l’intercessione di sua Madre, la cessazione dell’epidemia e il ritorno a quella quotidianità di vita che il virus per ora ci ha rubato. Il riscontro sul gradimento della trasmissione ha dato un esito parecchio positivo. Se una critica si può fare, è riguardo alle inquadrature, che hanno privilegiato i primi piani, trascurando di mostrare più completamente la bellezza del luogo. Primi piani che sono stati causa dell’ironia di alcuni amici sui miei nuovi occhiali, regalatimi da un ottico di Copertino, visto che era irrecuperabile la montatura di quelli “rubati” a mia sorella, dopo che lei è salita di gradazione. Le due definizioni, che mi hanno strappato un largo sorriso: il padre Kolbe del Salento e Harry Potter a 60 anni (e qui andrebbe bene una di quelle faccine con una gran risata).

Giovedì 30 – Il decreto del governo sulla fase 2 prevede, a partire dal 4 maggio, la possibilità di celebrazione delle esequie. Le indicazioni date alla CEI, per vivere questo momento in sicurezza, sono indicative di quello che sarà richiesto al momento del permesso di riapertura ai fedeli della celebrazione eucaristica. Riporto alcuni stralci. “Prima dell’accesso in chiesa dei partecipanti, sia garantita da un addetto alla sicurezza la misurazione della temperatura corporea, attraverso un termometro digitale o un termo-scanner. Questa disposizione è richiesta anche per le celebrazioni all’aperto. Venga bloccato l’accesso a chi risulti avere una temperatura corporea superiore ai 37,5°C… nel momento della distribuzione della Comunione eucaristica si evitino spostamenti. Sia il celebrante a recarsi ai posti, dove i fedeli sono disposti nel rispetto della distanza sanitaria. Il sacerdote indossi la mascherina, avendo cura di coprirsi adeguatamente naso e bocca, e mantenga a sua volta un’adeguata distanza di sicurezza. La distribuzione dell’Eucarestia avvenga dopo che il celebrante abbia curato l’igiene delle proprie mani; lo stesso abbia cura di offrire l’ostia porgendola sulle mani dei fedeli, senza venire a contatto fisico con esse.
Per quanto concerne la sanificazione, la chiesa sia igienizzata regolarmente, mediante pulizia delle superfici e degli arredi con idonei detergenti ad azione antisettica. Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria. Ove siano presenti spazi idonei, contigui alla chiesa, si prenda in considerazione la possibilità di celebrare all’aperto, con il rispetto delle distanze di sicurezza e delle altre indicazioni sopra disposte… Sia indicato anche l’obbligo di rimanere a casa in presenza di temperatura corporea oltre i 37,5°C o di altri sintomi influenzali… o vi è stato contatto con persone positive a SARS-COV-2 nei giorni precedenti”. Insomma, qualcosa di complicato, soprattutto in riferimento alle celebrazioni domenicali. Ne esce alquanto snaturato il senso di convivialità gioiosa, che invece dovrebbe caratterizzare ogni Eucaristia. Se ne stravolge abbastanza lo spirito e il senso della partecipazione dei fedeli. Forse si dovrebbe lasciare la libertà di decidere, senza il “ricatto” dell’obbligo del precetto domenicale. Non avrebbe senso partecipare con addosso ansia e angoscia. E forse sarebbe un criterio da applicare anche per i sacerdoti…

Sabato 02 maggio – Per la seconda volta il Papa, pur parlando in generale, ha detto una parola saggia sul dibattito politico italiano, richiamando le parti al dialogo e alla collaborazione, elementi indispensabili in un momento di grave crisi a tutti i livelli, come quella che stiamo attraversando. Molto opportunamente ha citato un proverbio argentino, che recita che non è saggio, anzi è da stolti, voler cambiare cavallo mentre si sta guadando un fiume in piena.

Domenica 03 – 57ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si tiene ogni anno nella domenica del Buon Pastore, di cui si parla nel capitolo 10 del vangelo di Giovanni. Al versetto 10 Gesù dice che il fine della sua missione è di donare la vita, e una vita abbondante, piena. Il tema della giornata di quest’anno è: “Datevi al meglio della vita”. Non è darsi il meglio della vita, dove al centro saremmo noi stessi; ma dedicarsi al meglio della vita, in un dinamismo centrifugo. La vita insomma è abbondante nella misura in cui sono capace di dono, di servizio. E il meglio non lo decido io in base ai miei presunti bisogni, ma lo accolgo da un Altro, da Dio, che me lo offre sapendo di rispondere così al mio bisogno più vero di pienezza.

A proposito di vita, oggi abbiamo celebrato gli 85 anni del nostro padre Giuseppe Pasquariello. La festa è stata rigorosamente ristretta alla nostra comunità; ma per fortuna siamo riusciti a prendere una torta da asporto, ed abbiamo vissuto un momento piacevole di serena fraternità.


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