lunedì 26 febbraio 2018

Giovani verso Assisi 2017

SemiVivi

Sono ritornato a “Giovani verso Assisi” come responsabile della pastorale giovanile, dopo circa 16 anni. Il tema del convegno è stato “SemiVivi”. Sin da quando ho letto questo titolo mi sono lasciato sedurre dai tre modi di leggerlo, pensati certamente dagli organizzatori e confermati poi da un ultimo intervento di fra Fabrizio de Lellis ad Assisi.
“SemiVivi”, ovvero “semi morti”. È a volte la nostra condizione o la percezione di noi stessi. In una oscillazione pendolare tra la vita e la morte, non certo o forse non a livello fisico, ma spirituale, di stato d’animo. Il desiderio è di essere vivi a tutto tondo, di poter sentire quella vita piena che Gesù è venuto a portarci e prometterci.
E allora l’altra possibilità di lettura del tema di fondo sarebbe “Se mi vivi”. Siamo vivi se “viviamo Lui”. Se permettiamo a Dio di vivere in noi. Se ci permettiamo e osiamo vivere in, con e per il Signore. Perché crediamo che questa è la vita abbondante annunciata dal Vangelo.
Infine “SemiVivi”, nel senso forse più immediato e ovvio della lettura: essere semi vivi per portare frutti di vita al mondo. E per sentirsi vivi e trasmettere vita, bisogna “morire”, a se stessi e ai propri egoistici interessi, a un mondo che tende spesso ad allontanarsi da Dio e dall’umanità. Farsi seminare da Cristo nel terreno che ha scelto per noi, fidandoci delle sue scelte e non delle nostre, per portare frutto e non intristirci nella mancanza di fecondità, nella solitudine e nella competitività che uccide noi e gli altri intorno a noi.
Non voglio parlare del convegno, splendido come sempre. Ho sempre pensato che più che contenuti, Giovani verso Assisi trasmette immagini belle, sensazioni positive, la voglia di giocarsi la vita per ciò che vale davvero la pena. Anche se poi si torna a fare i conti con la realtà... È comunque un seme vivo gettato, i cui frutti, almeno a livello di nostalgia, non mancheranno.
Voglio parlare delle mie sensazioni. Sono partito titubante e timoroso. Mi è stato chiesto questo servizio quasi alla stessa età in cui ad Abramo fu chiesto di lasciare la sua terra, e a Mosé di farsi portatore della misericordia liberatrice di Dio per il popolo di Israele (da un po' non erano più dei pischelli). All'inizio non è stato facile; ma poi i ragazzi sono stati eccezionali, anche nel farmi arrabbiare e imparare a capire me e loro. Sono convinto che finché ci saranno giovani così, il mondo ha speranza.

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