giovedì 12 novembre 2015

Vacanze 2015

2 ottobre – 2 novembre 2015. Oggi si compie un mese dalla mia partenza da Monte Sant’Angelo, una mattina autunnale, molto presto, appena inizia ad albeggiare, dopo il saluto ai miei genitori, usuale ormai da dieci anni, ma sempre con la stessa dose di camuffato disagio e nascosta straziante nostalgia. Se tutto va bene, ci rivedremo tra circa un anno.
Ma anche il saluto al paese, a questo luogo madre che mi ha dato i natali e mi ha visto crescere, mi ha svezzato prima di consegnarmi al mondo, dopo avermi consegnato alla vita e alimentato con i valori e la cultura che ancora e sempre mi porto dietro. Ogni volta provo un sano orgoglio e commossa gratitudine verso coloro, amici e parenti e conoscenti, che hanno accompagnato questo percorso di iniziazione e che rivedo con gioia. Alcuni non ci sono più, e il giorno di oggi rinnova il ricordo del pezzo di vita condiviso e la commozione per quanto ricevuto.
Certo, il panorama umano e geografico attuale è parecchio cambiato rispetto a quello della memoria e degli affetti di un tempo; fa male al cuore passare per vie e vicoli, guardato da porte chiuse che forse non ritorneranno ad aprirsi, mai più. È forte incontrarsi d’estate, per pochi giorni, con amici che provano la stessa insoddisfatta nostalgia, costretti dalla vita e le circostanze ad abitare altri luoghi, dove ormai sono “di casa”, ma che il contatto con il paese restituisce alla loro “estraneità”. Siamo fatti così noi montanari, capaci di appropriarci di un termine generico e trasformarlo in identità. Monte è poco più di una collina; ma il senso di forte, ottusa, gelosa, emozionata appartenenza è propria di chi vive l’esperienza tutta particolare del “montanaro”.
Ancora una volta ho provato la gioia di rivedere amici e parenti, accolto con amore come figlio e figura del luogo. Ho condiviso tempo e presenza con i miei genitori, in semplicità e gioia. Ho rivissuto l’esperienza spirituale della grotta dell’Arcangelo e l’infantile emozione della festa patronale. Mi sono sentito fratello con i miei frati del convento, dai quali sempre ricevo francescana accoglienza e tratto amabile. Ho rivisto il crocifisso della parrocchia, la più veramente “mia”, a cui spesso ho rivolto lo sguardo da ragazzo e dal quale mi sono sentito sempre amorevolmente visto, guardato, accolto. Ho camminato strade e posti conosciuti, ma capaci ancora di rapirti e riempirti. Ho ricevuto e fatto visite che hanno dato maggior pienezza e colore ai miei giorni montanari.

Oltre che a Monte, sono stato a Sasso Marconi, Gravina e Copertino. Dappertutto divinamente bene. Ma prima vorrei ricordare gli incontri con i mie fratelli frati, nelle differenti comunità per le quali sono passato. Dappertutto è stata una festa l’incontrarsi. La distanza non altera l’affetto, lo approfondisce.
Sono arrivato e ripartito da Bologna, il che mi ha dato la possibilità di fermarmi alcuni giorni da mia sorella Lina a Sasso Marconi. Alcuni suoi amici lo sono da tempo anche miei e mi fa piacere rivederli. In parrocchia mi sento adottato e ricevuto con gioia, come uno di famiglia, oltre che dai parrochiani storici, anche da parte del nuovo parroco don Paolo, succeduto al caro don Dario, morto sulla breccia oltre i novant’anni. Inoltre è tradizione dedicare un giorno ai vecchi amici di postulato in Assisi che vivono a Sant’Agata Bolognese: Massimo Z., Massimo e Marco G. Qui ci raggiunge Claudio da Brescia, e quest’anno anche Mauro da Salsomaggiore. È una bella rimpatriata, organizzata dalla regia caciarona e commossa di Massimo Z. Quest’anno, al mio arrivo, mi sono recato a trovare Pinuccio e Rosaria all’ospedale Rizzoli. Mi ha fatto piacere rivedere subito questi miei amici fraterni di Gravina, malgrado il motivo della loro presenza fosse di malattia. Sulla strada del ritorno a Bologna, per riprendere l’aereo per il Venezuela, mi sono fermato un giorno a Porto Recanati, per una dovuta e voluta visita ai miei zii Leonardo e Gloria, a mio cugino Lino e alla sua famiglia. Ne ho approfittato per andare ad Osimo, dove mi sono rivisto con Liviana e Annamaria, alle quali mi lega una bella e antica amicizia, presenze preziose durante il mio anno di noviziato. Lo spazio di un giorno è risultato essere poco, ma l`ho vissuto con pienezza e piacere.

A Gravina in Puglia e Copertino ci sono andato da Monte, come da tradizione. Che aggiungere a quanto vado scrivendo ogni anno?!? Sono luoghi dove ho vissuto anni bellissimi e mai sarò sufficientemente grato a Dio e alle persone che mi ha donato per il tanto bene ricevuto. Quest’anno poi ci sono stati due avvenimenti che sono stati per me motivo di incontri e commozioni particolari, fino alle lacrime, in un misto di gioia e nostalgia. Il matrimonio di Mariagrazia e Giacomo, a Gravina, con il contorno dei loro amici, giovani appartenenti al mio vecchio gruppo di dopocresima e altri, che amo come se fossero miei nipoti; abbiamo riso, sorriso, pianto insieme e ci siamo raccontati. Mi piace ricordare anche la visita a Mariella, insieme a fra Mario. La sua fede semplice e profonda e la sua forza mi erano sconosciute; ne sono uscito con una lezione di fede e di vita che mi hanno fatto bene. A Copertino la professione solenne di fra Vito alla Grottella, che mi ha permesso, insieme alla partecipazione al primo giorno della novena di San Giuseppe, di rivedere di botto un sacco di questa mia gente, alla quale mi lega un profondo, grato e ricambiato affetto.

Naturalmente, come ogni anno, gli incontri sono stati numerosi e tutti belli e arricchenti, sia a Monte che negli altri luoghi visitati. Non posso raccontarli tutti, ma vi assicuro che sono ben presenti nella mia mente e nel mio cuore, in quanto a circostanze e volti. Il Signore vi benedica e abbia cura di voi! Il Signore vi dia pace!

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