Non ci posso credere! Quando sono andato a rileggermi ciò che avevo scritto sulla mia esperienza passata a “
Un sabato ho accompagnato, su sua richiesta, il signor Eriberto, un terziario francescano molto bravo, a una piccola “finca” nella zona de “
La “fattoria” – il termine è altisonante quando si tratta di una famiglia modesta, non povera, ma certamente nemmeno ricca - si trovava alla fine di una strada percorribile con molta difficoltà, tanto che lo sterrato iniziale era quasi un’autostrada al confronto. Nel cammino abbiamo invitato una donna e sua madre anziana, il che ha comportato il mio accomodarmi nel bagagliaio della camionetta, proprio nell’ultimo tratto di strada: un insieme di fossi e sassi, che mi hanno fatto sobbalzare parecchio. All’arrivo ci stavano aspettando i componenti della famiglia, con il solito nugolo di bambini bellissimi, i quali si sono confessati e hanno partecipato alla Messa, sotto il porticato d’ingresso, insieme agli animali domestici. Sotto il tavolo usato per altare si è accomodato il cane, che è stato buono per tutta la durata; ogni tanto le galline si muovevano all’intorno e i maialini accorrevano all’odore del pranzo che si stava cucinando sulla cucina a legna. Pareva una scena familiare da quadro rinascimentale o da Bruegel venezuelano: una Ultima Cena, con tanto di cani e animali da cortile.
Naturalmente, anche la scuola si trova a
Rileggendolo, posso affermare che non sono cambiate molte cose. Questa volta insieme al signor Eriberto c’erano anche Virgilio, Marcy e le due bimbe Juliet (sorella di Marcy) e Michelle (nipote di entrambe). I primi tre vengono qui ogni 15 giorni, di sabato, per preparare un gruppo di cresima e per la animazione cristiana del villaggio. La camioneta è stata sostituita da un 350, con sedili posticci nel “vano” posteriore, per “ospitare” i passeggeri. I quali sono andati aumentando man mano che si giungeva al villaggio, per il passaggio dato a persone che andavano a fare spesa e a bimbi che si recavano alla cappella per il catechismo. Dove ci siamo recati anche noi, come prima tappa, a differenza di tre anni fa. Qui, attorno a un tavolo, c’erano i bimbi che si preparano alla prima comunione, insieme alla loro catechista. Eriberto ha distribuito alcuni beni per le famiglie più bisognose e poi siamo partiti alla volta della “finca”.
La stessa della volta scorsa, con le differenze naturali legate al trascorrere degli anni. Questa volta
Dopo
A proposito di cose strane che entrano nello stomaco, una settimana fa fray Pedro, prima di fare la spesa per il seminario, mi ha invitato a colazione nel mercato e mi ha fatto provare la “bomba”. Una bevanda molto calorica con i seguenti ingredienti: latte, cacao, cioccolato in polvere, essenze varie, rum e brandy, cubetti di ghiaccio e – udite udite – un occhio di bue per persona (no, non un uovo a occhio di bue, ma un vero occhio!!!). Il tutto frullato e servito con cannuccia. Immagino già la reazione disgustata di alcuni, ma la bevanda è molto apprezzata dai venezuelani, almeno da queste parti.
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