venerdì 23 gennaio 2009

Fine e inizio di anno a Pueblo Llano


Ci siamo lasciati con la festa di Natale a Venegara e mi manca il racconto dei circa 10 giorni seguenti, visto che sono tornato in seminario il 4 gennaio. Già era previsto che andassi a Pueblo Llano, per fare compagnia e aiutare fray Nixon, come mi aveva chiesto fray Franklin, per permettergli di vivere alcuni giorni con la sua famiglia. Fin dall’inizio la proposta mi era sembrata interessante, sia per la possibilità di stare in montagna (2.500 mt circa) che per vivere la festa più importante del paese, quella di S. Benito da Palermo (un francescano fratello religioso). Per cui ho subito accettato con piacere.
Ebbene, il 26 di dicembre, con abbondante ritardo rispetto allo stabilito (14.30 invece delle 11.30, colpa della fila obbligata in alcuni periodi per rifornirsi di benzina), sono venuti a prendermi due amici professori universitari - Alfredo e Carmen - per portarmi a Pueblo Llano. Abbiamo attraversato il passo “paramo” de La Negra (sopra i 3.000 mt), con un raro cielo completamente aperto e una visuale paesagistica molto suggestiva. Quindi, attraversata Merida, siamo giunti a Pueblo Llano alle... 22.30!!! Un po’ perché si impiega almeno 6 ore se si tira dritto, e un po’ perché il viaggio è stato vissuto come “turisti”: senza fretta e con alcune piacevoli soste.
Il giorno dopo i miei due amici hanno proseguito per Barquisimeto e io sono rimasto a godermi il fresco e i successivi giorni di montagna e parrocchia. Il clima è stato clemente con questo visitatore italiano; la gente è stata fantasticamente accogliente verso di me, nominato sul campo “predicatore ufficiale” della novena (nella cappella a lui dedicata nella zona di Motus) e della festa di S. Benito.
Il 29 dicembre, poi, ci hanno raggiunto Eugenio ed Elisabetta, con le due figlie Teresa e Sara. Riporto quanto essi hanno scritto nella loro “lettera periodica” indirizzata agli amici.
Dopo il “tour de force” del Natale, anche noi ci siamo concessi tre giorni di vacanza, in montagna! Dal 29 dicembre al 1 gennaio siamo stati ospiti dai frati a Pueblo Llano, sulle Ande, a 2300 metri e da lì abbiamo fatto una bellissima escursione fino a 3500 metri. Per noi , abituati a 40 gradi, è sembrato di stare in un congelatore per tre giorni, ma siamo stati soddisfatti; solo da notare che la fiat uno che da settembre abbiamo (prestata dai frati, con i suoi 370.000 km!!) e che ci doveva portare alla meta, si è fermata dopo soli 30 km da casa con il motore quasi in fiamme! Ed abbiamo scoperto che qui, a causa del calore e delle cose sempre un po’ “arrangiate” è meglio aggiungere acqua e olio ogni settimana! Grazie a Dio che prima di noi e dopo di noi in autostrada c’erano altri frati che non solo ci hanno soccorso ma, come sempre capita in ambito “fratesco”, tutto è finito “in fraternità” con tanto di “brindisi” con buonissimi e freschissimi cocchi che un ambulante vendeva al ciglio dell’autostrada. In ogni caso ringraziamo la Custodia dei frati del dono della macchina, che si sta rilevando utilissima in città e che ci ha dato una mobilità e una indipendenza insperate e moltiplica le possibilità di azione nel campo pastorale.
L’escursione, alla quale si riferisce la lettera, è stata la visita a due laghetti di montagna: Laguna de Mucubají e Laguna Negra (cf. foto) e al Parco nazionale di Mifafí, dove ci sono dei condor in cattività. L’escursione ai due laghi è stata bella e faticosa allo stesso tempo, perché tra i due vi è una distanza di 45 minuti circa di sentiero, e farla con due bambine piccole... Al ritorno, Sara abbiamo dovuto caricarla a spalla, tra Elisabetta e me, visto che Eugenio era alle prese con un forte mal di schiena. Le due bimbe devono aver pensato che siamo degli adulti completamente inconscienti!! Comunque, lo sforzo è stato ripagato dagli splendidi paesaggi.
Da un punto di vista pastorale, la permanenza a Pueblo Llano mi ha permesso incontrarmi con due interessanti – anche da un punto di vista culturale, oltre che di religiosità popolare – tradizioni che si vivono nei giorni 1-3 gennaio: la Locaina del Niño Jesús e la festa di S. Benito.
Che dire di questi tre giorni? Mi sono sentito a mio agio e coinvolto dalle suddette manifestazioni di religiosità popolare. Certo, si mescolano a volte fede e magia; molte cose sono vissute a livello emotivo e restano alla superficie dell’esperienza di fede... Tutto quello che si vuole. Di fatto sono espressioni della nostra gente. La sfida è saper cogliere i lati positivi che presentano, farli emergere e servirsene per evangelizzare. Inoltre, le compagnie di S. Benito, così ben organizzate e aperte alla fede, sono ottimi strumenti per catechizzare e organizzare cammini di fede. In questo senso i nostri frati hanno operato bene, e direi che fray Nixon lo sta continuando con visione chiara, conoscenza delle persone e delle realtà, buone
prospettive.

1 commento:

lello.nicoletti ha detto...

Caro padre Matteo,
ti abbracciamo e ti auguriamo ogni bene per il nuovo anno appena iniziato.
Francesca, Grazia, Maddalena e Lello