Di
quei primi momenti ricordo tutto, pur non avendo una buona memoria. Ricordo la
zaffata di calore allo scendere dall’aereo, e che da allora mi avrebbe sempre
accolto al mio arrivo a Maiquetia. La mia “imbottitura” di dollari per la
Custodia, nascosti addosso a me, per paura di un eventuale furto, in un
giubbotto di quelli usati dagli studenti per occultare i pizzini di aiuto per
gli esami (avrei in seguito scoperto il rischio che ho corso…). Il frettoloso
viaggio a Guanare, il giorno dopo. Sei ore di macchina, subito dopo pranzo,
stipato in una Fiat Uno guidata da fray Orlando Gonzalez, insieme a sua madre e
a un signore della parrocchia, con una valigia sotto i piedi e una sulle gambe
(questa solo fino a metà percorso eheh). Con fray Orlando che, scesa l’oscurità
della sera, mi erudiva sulla pericolosità di viaggiare dopo il tramonto, per i
numerosi furti a mano armata e sequestri che avvenivano, soprattutto sulla
strada tra Acarigua e Guanare… proprio mentre la stavamo percorrendo!!! La
celebrazione dalle clarisse la mattina del 9; la colazione e la partenza per
San Cristobal, insieme a fray José Antonio Cristancho, sorpreso per
“l’essenzialità” dei miei bagagli (credo che si starà ancora chiedendo se non
avessi perso una valigia per strada…). Il pranzo prima del ponte sul fiume
Caparro, al confine tra Barinas e Tàchira, in una delle trattorie sulla strada.
Ho provato per la prima volta una cachama fritta. Nel pomeriggio arrivo al
seminario. È difficile da spiegare, ma mi sono sentito subito in patria e in
famiglia, malgrado queste traversie.
Non
sono stati anni sempre facili. Alcune esperienze sono state piuttosto dure.
Eppure non riesco a sentire se non gratitudine per quei 12 anni. Sono molto
addolorato per le vicissitudini vissute dalla mia amata Venezuela. In quegli
anni ho assistito al declino di questo mio amato paese, sotto ogni punto di
vista, grazie ad una disgraziata politica guidata solo da cieca ideologia e da
avidi interessi personali. A questa si sono unite le mire profittatrici di
alcuni paesi stranieri, sciacalli interessati esclusivamente alle ricchezze del
paese e a una presenza strategica in America Latina, completamente
disinteressati alla sorte dei venezuelani. Il Venezuela di oggi è estremamente
più povero rispetto a quello di 12 anni fa, in quanto a condizione economica
dei cittadini, pace sociale, sicurezza, diritti umani, lavoro, salute, libertà
di opinione ed espressione, accesso al web… Depauperato anche di futuro e
possibilità presenti, a causa dell’esodo di almeno tre milioni di venezuelani,
soprattutto giovani, in cerca di condizioni migliori, o almeno accettabili di
vita.
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