In verità non ci sono cose importanti da raccontare, né riflessioni profonde da fare. È la quotidianità, stavolta, a farla da padrona. Le piccole cose, che, benché tali, non è detto che siano banali. Il giorno del compleanno l’ho passato a rispondere alle chiamate, agli auguri per iscritto, a portare i postulanti a Potrero per un progetto in favore dei bimbi di quella comunità rurale, a festeggiare, in maniera semplice e familiare, con la mia comunità e pochi amici presenti. Mi ha commosso aver ricevuto due torte, oltre le due che mi avevano preparato i postulanti. Per cui abbiamo avuto la merenda assicurata per alcuni giorni... Ho avuto il tempo anche di fare una brutta figura con i bimbi di Potrero, i quali mi hanno festeggiato e non mi è venuto in mente di condividere con loro una torta che avevo lì. Potrei addurre varie scuse: sono stato colto di sorpresa; avevamo fretta di tornare al seminario; dal giorno prima avevo sintomi influenzali... Peró, di fatto, mi sono sentito un verme una volta che ho messo a fuoco la situazione; ma era già tardi e inutile tornare indietro.
Lunedí 14 febbraio sono partito per S. Javier del Valle (Mérida), dove ero stato invitato da una professoressa di Machiques per dare un ritiro a 60 adolescenti dell’ultimo anno di liceo (16-17 anni). Sono stato molto indeciso se accettare o meno. L’ho sentita come una sfida e ho deciso di viverla. Ci sono andato in macchina, da solo, perché i tempi di incontro con il pullman dei ragazzi non si sono potuti rispettare. Dopo circa sei ore di viaggio sono arrivato a destinazione e la casa di esercizi mi ha subito rapito. È bellissima!!! Mi è parso un dono di Dio per il compleanno. E pensare che non ci volevo andare... Anche il ritiro è andato oltre le mie aspettative. Certo, alcuni dei ragazzi lo hanno vissuto in maniera distratta e stanca, però quasi tutti lo hanno disfruttato. Un aiuto importante mi è venuto dai 3 professori presenti, più una giovanissima suora. Inoltre, le suore della casa sono state molto simpatiche e accoglienti. Tutte erano state in Italia, perché la fondatrice era calabrese, e mi hanno fatto mangiare davvero bene, pregustando sapori italo meridionali. Gli spaghetti dell’ultimo giorno erano talmente buoni, che ho preferito fare il bis e rinunciare al secondo.
Di là mi sono diretto, dopo il pranzo del 17, al nostro convento di Pueblo Llano, a due ore di macchina. Qui mi sono dedicato alla lettura e al condividere la allegria di stare insieme agli altri frati, aiutando nelle cose di cui c’era bisogno, soprattutto nelle celebrazioni. Però mi sono davvero rilassato. Avevo previsto viaggiare lunedí 21 a Guanare, però fray José Luis mi ha chiesto di aiutarlo con la macchina a portare i nostri postulanti, in gita durante i giorni di vacanza scolastica tra i due semestri, al lago alpino di Mucubají. Cosí il martedí abbiamo goduto di un paesaggio mozzafiato. La passeggiata fino alla Laguna Negra, il pranzo al sacco improvvisato, lo stare insieme in allegria, sono stati un ulteriore dono alla mia vita.
Nel pomeriggio ho lasciato i ragazzi a Barinas e mi sono diretto a Guanare, per fare una serie di esami medici di routine. Prima mi sono fermato al monastero per celebrare la messa alle nostre sorelle clarisse. L’accoglienza è stata molto calorosa e mi pare ci sia un clima sereno, dopo le vicissitudini passate. Dei giorni in Guanare si può affermare lo stesso che ho detto circa il mio stare a Pueblo Llano, con l’unica differenza del clima, molto caldo perché in pianura. La salute sta fondamentalmente bene, tranquilli...
Venerdí sera, 25 febbraio, sono andato a Barinas, perché la mattina dopo mi ero impegnato a parlare ai giovani della parrocchia, in ritiro annuale, del tema della Giornata Mondiale della Gioventù. Cosí sabato, alle 9.00 del mattino, davanti a circa 120 giovani ho dato il mio tema e non mi pare sia andata male... A mezzogiorno sono partito per il seminario, insieme a fra Daniele e tre postulanti, dove siamo arrivati alle 18.00 circa.
Come potete vedere è stata una “lunga” celebrazione di compleanno. In verità alcune cose sono nate in maniera non programmata. All’inizio mi sono parse come inconvenienti nel cammino; poi si sono rivelate come il sapore particolare a quelle mie giornate. Devo imparare ad essere più accogliente verso queste “improvvisazioni” della vita, che all’inizio possono dare fastidio e disorientamento, ma che, spesso, possono diventare una vera sorpresa, inattesa e gradita.