Non sono contento della politica italiana e venezuelana, che hanno vari punti di contatto, anche se qui la situazione è senz’altro peggio per assenza di garanzie democratiche elementari. Purtroppo, mi rendo conto che in Italia non si sa quasi niente del Venezuela e di quello che sta accadendo. Magari è normale. Non si può sapere tutto di tutti. Ma almeno si abbia la decenza di tacere quando non si conosce la realtà per non viverla, invece di dare giudizi positivi o negativi che sono più frutto di ideologie che di esperienze sul posto.
Fatte salve le differenze storico sociali, che pendono la bilancia verso il basso (abismo?!?) più in questa parte sud del mondo, il teatrino è molto simile: ricerca di un partito forte che possibilmente sia unico; richiesta di poteri sempre più forti per chi governa; culto della personalità e identificazione del partito con il leader, con conseguente servilismo o appoggi opportunistici; convinzione inscalfibile di essere sempre e comunque nel giusto, e l’altra parte nel torto, per cui se vuole avere voce deve parlare come me; ridicolizzazione delle opposizioni e intento di farle sparire; linguaggi da caserma e osteria; minacce, per remare contro, ai mezzi di comunicazione e alle menti libere (e la Chiesa, fatta di cristiani e vangelo, checché se ne dica e con tutte le critiche che le si possono rivolgere, chissá perché, dappertutto è tra le istituzioni più bersagliate. Ci sarà un motivo?!?...).
La foto che pongo qui è bellissima (naturalmente non per la mia presenza...) e mi pare riassumere ció che servirebbe alla nostra società: la freschezza innovativa dei fanciulli, con la loro carica di affetto e speranza; la canizie dell’anziano, con tutti i valori evangelici che il suo abito francescano rappresenta. Potrebbe essere la gestazione di un mondo nuovo nella sua carica di speranza, dove il sorriso diventa luogo ed espressione delle condivisioni.
Ah, dimenticavo: Zoryam è il nome della bimba.
Fatte salve le differenze storico sociali, che pendono la bilancia verso il basso (abismo?!?) più in questa parte sud del mondo, il teatrino è molto simile: ricerca di un partito forte che possibilmente sia unico; richiesta di poteri sempre più forti per chi governa; culto della personalità e identificazione del partito con il leader, con conseguente servilismo o appoggi opportunistici; convinzione inscalfibile di essere sempre e comunque nel giusto, e l’altra parte nel torto, per cui se vuole avere voce deve parlare come me; ridicolizzazione delle opposizioni e intento di farle sparire; linguaggi da caserma e osteria; minacce, per remare contro, ai mezzi di comunicazione e alle menti libere (e la Chiesa, fatta di cristiani e vangelo, checché se ne dica e con tutte le critiche che le si possono rivolgere, chissá perché, dappertutto è tra le istituzioni più bersagliate. Ci sarà un motivo?!?...).
La foto che pongo qui è bellissima (naturalmente non per la mia presenza...) e mi pare riassumere ció che servirebbe alla nostra società: la freschezza innovativa dei fanciulli, con la loro carica di affetto e speranza; la canizie dell’anziano, con tutti i valori evangelici che il suo abito francescano rappresenta. Potrebbe essere la gestazione di un mondo nuovo nella sua carica di speranza, dove il sorriso diventa luogo ed espressione delle condivisioni.
Ah, dimenticavo: Zoryam è il nome della bimba.