giovedì 7 maggio 2009

Pasqua 2009

Nell’ultimo post sul blog avevo preannunciato la mia “sparizione” per un determinato periodo, però nemmeno io pensavo che questo potesse durare così tanto. Come detto, sono stato a vivere la Settimana Santa a Venegara, il villaggio rurale dove ero già stato a Natale. In verità, ho iniziato dal venerdì prima delle Palme, perchè sono molto devoti a la “Virgen de los dolores”: una preparazione mariana alla passione di Cristo, sostituita nel calendario liturgico dalla festa dell’Addolorata, di cui è un doppione.
Sono stato bene. La gente si è affezionata a me e io a loro. Ho lavorato abbastanza, aiutando il parrocco nell’animazione liturgica (confessioni e celebrazioni) di altre zone della parrocchia. Un giorno sono stato a visitare gli infermi e celebrare Messa e confessioni nell’altro villaggio di Babuquena, a circa un’ora di macchina. Sono venuti a prendermi due animatori cristiani “matti”: Guillermo (tra 60 e 70 anni) e don Lino (credo più di 70). Nella camioneta di quest’ultimo siamo andati a “scovare” infermi in posti inimmaginabili. Molti di loro avevano tre anni senza vedere un sacerdote, non per pigrizia di questi ultimi, ma proprio per la impossibilità di arrivare a tutti e dappertutto. In alcune case sul costone del monte ci si arrivava solo a piedi o inserendo la 4x4 alle ruote del pick up.
Da dopo Pasqua sto vivendo un periodo di molto movimento. Praticamente dalla domenica delle palme non ho trascorso un fine settimana in seminario. Per aiutare i frati nelle attività pastorali o permettere loro di vivere un periodo di vacanza sono stato rispettivamente a Pueblo Llano, Guanare, Barinas, Venegara (per mantenere un legame con la gente e per “questuare” verdura per il seminario), e di nuovo Barinas, da dove sto scrivendo queste righe. Dovute, per ringraziare quanti mi hanno mandato gli auguri di Pasqua o pregano per me. Lo faccio allegando alcuni degli auguri ricevuti, che mi sono sembrati un po’ più originali. Un motivo per riflettere ancora sulla Pasqua e la sua importanza nella nostra vita.

S. Pasqua 2009
Una Pasqua
Tra le macerie e la sofferenza
La perdita e la speranza
La solidarietà e lo sciacallaggio
La partecipazione autentica e la strumentalizzazione politica e giornalistica
Le promesse elettorali, i conti con la crisi e la mancata occasione di dirottare in Abruzzo 400 milioni di euro di costi prodotti dall’election day

Una Pasqua
tra le macerie di una società sempre più disgregata da individualismi e amare solitudini e il desiderio nostalgico di rivivere forme di partecipazione collettiva e democratica che sembrano ormai appartenere al passato

Una Pasqua
tra la sconsolata consapevolezza di sentirsi troppo piccoli per “cambiare il mondo” e la speranza che ciascuno debba fare la sua parte e che forse, per magia, le parti sommate possano produrre cambiamenti radicali della nostra società

Una Pasqua
tra le silenziose indignazioni dinanzi al proliferare di svastiche sui muri del nostro paese e l’indifferenza di chi ci passa accanto ogni giorno, senza più accorgersene

Una Pasqua
tra l’uso sempre più sciatto di parole che fanno male e offendono schiacciando la dignità dell’uomo e di quella parte di umanità più fragile della nostra società e l’instabile certezza che la cultura di massa possa essere sufficiente a formare cittadini consapevoli

Una Pasqua
Che ci invita a riflettere
a ripensare a quell’Uomo sulla croce e a vedere il lui tutti i nostri fratelli che ogni giorno, senza più far caso, inchiodiamo sulla stessa croce.


Pasqua, festa dei macigni rotolati
(Tonino Bello, Pietre di Scarto)

Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno: Pasqua è la festa dei macigni rotolati.
La mattina di Pasqua le donne, giunte nell'orto, videro il macigno rimosso dal sepolcro.
Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all'imboccatura dell'anima che non lascia filtrare l'ossigeno,
che opprime in una morsa di gelo, che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l'altro.
E' il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell'odio,
della disperazione del peccato.
Siamo tombe alienate. Ognuno con il suo sigillo di morte.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.

Trova il tempo
Trova il tempo di pensare
Trova il tempo di pregare
Trova il tempo di ridere
È la fonte del potere
È il più grande potere sulla Terra
È la musica dell'anima.
Trova il tempo per giocare
Trova il tempo per amare ed essere amato
Trova il tempo di dare
È il segreto dell'eterna giovinezza
È il privilegio dato da Dio
La giornata è troppo corta per essere egoisti.
Trova il tempo di leggere
Trova il tempo di essere amico
Trova il tempo di lavorare
E' la fonte della saggezza
E' la strada della felicità
E' il prezzo del successo.
Trova il tempo di fare la carità
E' la chiave del Paradiso.

(Iscrizione trovata sul muro
della Casa dei Bambini di Calcutta)

Madre Teresa di Calcutta


N.B. La foto "americana" di Gilda con la sua famiglia, giunta subito dopo Pasqua, è stata una piacevolissima sorpresa. Non sono bellissimi?!?
E il suo pancione??... saliranno a cinque marmocchietti. Mi dice nella mail che a volte le pare le manchi il tempo per tante cose, però i suoi figli la ripagano oltremisura.

1 commento:

Ketty ha detto...

Bentornato fray Matteo! Mi sorge un dubbio: ma le tue esperienze sono davvero così avventurose o è solo l'impressione che il tuo bel narrare dà a noi lettori? Le tue giornate sembrano incredibilmente straordinarie rispetto alla quotidianeità delle mie... e già mi tornano in mente le parole di Calvino:"Di una città non apprezzi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda"...e forse sono le tue "città" a dare risposte alle mie domande.
Allora aspetto con ansia i tuoi prossimi racconti e non frattempo cercherò di non pormi altre domande. Ti abbraccio
P. S. A proposito della tua con-continentale: non immagini quanto tempo e denaro ha impiegato per trovare un fotografo in grado di nascondere così egregiamente il suo pancione dietro il piccolo Domenico e far sembrare tutto così naturale...altrimenti mi spieghi perchè nelle foto scattate da Angelo il pancione non passa inosservato?!?!!!