Affreschi francescani, un po' naïf, che adornano le pareti del semichiostro del seminario
Ben ritrovati a tutti!! È da tempo che non scrivo di me e della vita in seminario qui sul blog. Forse perché non c’erano cose importanti da dire, o per svariati impegni. O semplicemente, non sono riuscito a motivarmi per scrivere del quotidiano o di alcuni pensieri sparsi.
Sto scrivendo dal convento di Caracas (e non ho molto tempo a disposizione), dove mi trovo da ieri, in attesa di volare per il Costarica. Paese dove mi fermerò due settimane (8-22 luglio) per partecipare a due convegni della Federazione di America Latina dei Conventuali (=Falc): uno di riflessione sulla nostra presenza in questi paesi; l’altro dei fratelli religiosi. Per ovvi motivi mi sento un po’ a disagio nel rappresentare il Venezuela nel primo evento, e ad accompagnare – giacché sono là – i fratelli religiosi nel loro convegno latinoamericano. Pare che tutti mi invidino per questa opportunità di “viaggiare”, anche se immagino che di turismo se ne farà molto poco. Io ci vado più per dovere di obbedienza a una richiesta del definitorio custodiale. Viaggiare per viaggiare già non mi dice molto e non mi dà le stesse sensazioni di una volta. Starò invecchiando?!? Sto invecchiando!!...
Come detto, non ci sono grosse novità. Molti mi chiedono quando è previsto il mio arrivo in Italia. Ora posso rispondere con una certa sicurezza, dopo aver ottenuto il visto per il prossimo anno. Se tutto va secondo previsione, dovrei arrivare in Italia il 29 agosto e ritornare i primi di ottobre. E dire che pensavo di partire verso fine maggio. Meno male che non ho comprato il biglietto...
Per quel che riguarda la vita in seminario, come già detto ad alcuni e forse accennato per iscritto, quest’anno ci sono alcune novità che ritengo belle e interessanti, anche se a volte incomodano un poco. Mi riferisco a una maggiore apertura al territorio e al lavoro pastorale.
Abbiamo accettato di rispondere con maggiore generosità a richieste di convivenze giovanili, sia di studenti che di gruppi o movimenti ecclesiali. Normalmente durano una giornata, però abbiamo avuto anche esperienze di convivenze nel fine settimana. Esse sono animate dai nostri seminaristi, specie teologi, mentre noi sacerdoti siamo a disposizione per eventuali celebrazioni sacramentali.
Noi formatori siamo molto più disponibili ad aiutare dove ci fosse una richiesta o una necessità, qualora non intacchi l’impegno educativo nel seminario. Per esempio, nell’ultimo mese ho avuto vari impegni extraseminaristici: celebrazione di un novenario di defunto in una cappella di suore; sostituzione del parroco del santuario del Santo Cristo de La Grita, con 3 Messe al giorno; celebrazioni varie (anniversari, compleanni, eventi laici e religiosi, ecc.); appoggio a un movimento di laici che organizzano ritiri per persone lontane dalla chiesa nei fine settimana (confessioni al sabato per circa 4-5 ore di seguito, e Messa alla domenica alle 13.00). Oltre, come dicevo, agli impegni fissi del seminario e all’insegnamento. E, come me, gli altri formatori.
Durante un incontro formativo, i seminaristi teologi si sono espressi favorevolmente su queste modalità pastorali che coinvolgono tutto il seminario. Naturalmente occorrono organizzazione e rispetto delle priorità. Essi dicevano che tali aperture ci permettono di sentirci meno isolati, più utili e conosciuti dalla gente. Il che contribuisce a far conoscere il francescanesimo e a trasmettere un primo annuncio vocazionale. Io aggiungevo, da buon “ebreo del Gargano”, che è anche una risposta all’invito di Francesco a lavorare, per vivere del proprio impegno e non solo dell’elemosina – ancora indispensabile purtroppo – che arriva dai benefattori e dalla Provincia di Puglia. Che non mi stancherò mai di ringraziare e verso i quali va tutta la nostra riconoscenza.
Come si dice da queste parti: “Dios se lo pague”!!!Sto scrivendo dal convento di Caracas (e non ho molto tempo a disposizione), dove mi trovo da ieri, in attesa di volare per il Costarica. Paese dove mi fermerò due settimane (8-22 luglio) per partecipare a due convegni della Federazione di America Latina dei Conventuali (=Falc): uno di riflessione sulla nostra presenza in questi paesi; l’altro dei fratelli religiosi. Per ovvi motivi mi sento un po’ a disagio nel rappresentare il Venezuela nel primo evento, e ad accompagnare – giacché sono là – i fratelli religiosi nel loro convegno latinoamericano. Pare che tutti mi invidino per questa opportunità di “viaggiare”, anche se immagino che di turismo se ne farà molto poco. Io ci vado più per dovere di obbedienza a una richiesta del definitorio custodiale. Viaggiare per viaggiare già non mi dice molto e non mi dà le stesse sensazioni di una volta. Starò invecchiando?!? Sto invecchiando!!...
Come detto, non ci sono grosse novità. Molti mi chiedono quando è previsto il mio arrivo in Italia. Ora posso rispondere con una certa sicurezza, dopo aver ottenuto il visto per il prossimo anno. Se tutto va secondo previsione, dovrei arrivare in Italia il 29 agosto e ritornare i primi di ottobre. E dire che pensavo di partire verso fine maggio. Meno male che non ho comprato il biglietto...
Per quel che riguarda la vita in seminario, come già detto ad alcuni e forse accennato per iscritto, quest’anno ci sono alcune novità che ritengo belle e interessanti, anche se a volte incomodano un poco. Mi riferisco a una maggiore apertura al territorio e al lavoro pastorale.
Abbiamo accettato di rispondere con maggiore generosità a richieste di convivenze giovanili, sia di studenti che di gruppi o movimenti ecclesiali. Normalmente durano una giornata, però abbiamo avuto anche esperienze di convivenze nel fine settimana. Esse sono animate dai nostri seminaristi, specie teologi, mentre noi sacerdoti siamo a disposizione per eventuali celebrazioni sacramentali.
Noi formatori siamo molto più disponibili ad aiutare dove ci fosse una richiesta o una necessità, qualora non intacchi l’impegno educativo nel seminario. Per esempio, nell’ultimo mese ho avuto vari impegni extraseminaristici: celebrazione di un novenario di defunto in una cappella di suore; sostituzione del parroco del santuario del Santo Cristo de La Grita, con 3 Messe al giorno; celebrazioni varie (anniversari, compleanni, eventi laici e religiosi, ecc.); appoggio a un movimento di laici che organizzano ritiri per persone lontane dalla chiesa nei fine settimana (confessioni al sabato per circa 4-5 ore di seguito, e Messa alla domenica alle 13.00). Oltre, come dicevo, agli impegni fissi del seminario e all’insegnamento. E, come me, gli altri formatori.
Durante un incontro formativo, i seminaristi teologi si sono espressi favorevolmente su queste modalità pastorali che coinvolgono tutto il seminario. Naturalmente occorrono organizzazione e rispetto delle priorità. Essi dicevano che tali aperture ci permettono di sentirci meno isolati, più utili e conosciuti dalla gente. Il che contribuisce a far conoscere il francescanesimo e a trasmettere un primo annuncio vocazionale. Io aggiungevo, da buon “ebreo del Gargano”, che è anche una risposta all’invito di Francesco a lavorare, per vivere del proprio impegno e non solo dell’elemosina – ancora indispensabile purtroppo – che arriva dai benefattori e dalla Provincia di Puglia. Che non mi stancherò mai di ringraziare e verso i quali va tutta la nostra riconoscenza.
3 commenti:
Ciao Matteo,
Sono contenta di sapere che stai bene e che stai vivendo al meglio questa esperienza lontano da casa.
Ricordo quante perplessità avevi prima di partire...
Spero di poter avere la possibilità di vederti al tuo rientro, in fondo ti ho promesso una cena!
A presto
Grazia
ciao padre matteo
siamo rimasti sbalorditi dalle bellezza e grandiosità del paesaggio!
abbiamo letto del tuo arrivo previsto per fine agosto..saremo qui ad aspettarti!! sei sempre nelle nostre preghiere e nei nostri pensieri.
qui a gravina tutto bene..a parte il caldo e la siccità!servirebbe a noi un pò di quell'acqua!!
un abbraccio da Mariagrazia, angela e fam.lorusso
quello che stavo cercando, grazie
Posta un commento