I frati al capitolo provinciale |
Ormai sono noti a tutti i cambi decisi durante la seconda parte del Capitolo provinciale e che avranno luogo nella comunità di Copertino a partire dal prossimo mese. In uscita: fra Donato, guardiano a Lucera, fra Matteo, guardiano a Lanciano; in entrata: fra Fabio, guardiano, fra Giovanni Iasi, fra Hermes Torres, fra Gianni Strafella. Come ogni cambio, anche questi sono accompagnati da sentimenti contrastanti, legati alla consapevolezza di ciò che si lascia e all’incognita di quanto ci aspetta: tristezza e speranza, perdita e sfida, conosciuto e novità…
Naturalmente, sarebbe da ingenui
pensare che io non sapessi del progetto sulla mia persona, sul quale però,
saggiamente, mi è stato chiesto di mantenere il segreto, visto che non è raro
che le cose cambino in corso d’opera. Ma una cosa è saperlo e dare il proprio
assenso, altro è vivere i momenti della preparazione del trasloco e del
distacco. Sono i momenti più difficili. Una volta a Lanciano sono sicuro che mi
proietterò nella nuova realtà e che sarà una esperienza arricchente. Nel mio
caso poi, passo dal cuore di San Giuseppe da Copertino a quello del Maestro.
Vorrei condividere una curiosa
coincidenza, o meglio, come si usa dire in termini cristiani con un neologismo,
una “Dioincidenza”. La mattina del 30 giugno, giorno di inizio dell’assemblea
capitolare, io e fra Donato abbiamo celebrato da soli in chiesa. Quel giorno il
vangelo era quello di Matteo al capitolo 8, vv. 18-22: “Vedendo la folla
attorno a sé, Gesù ordinò di passare all'altra riva. Allora uno scriba si
avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù:
«Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio
dell'uomo non ha dove posare il capo». E un altro dei suoi discepoli gli disse:
«Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli
rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti”.
Abbiamo commentato, sorridendo, che Gesù ci stava giocando un bello scherzo,
con le esigenze e la radicalità della sequela, proprio adesso.
L’ultimo giorno del capitolo,
venerdì 4 luglio, che vangelo ci è capitato nella liturgia?!? Mt 9, 9-13: “Andando
via di là, Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e
gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella
casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con
Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli:
«Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i
malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: Misericordia io voglio e non
sacrifici. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori»”.
Mi sono sentito ancora una volta interpellato, e questa volta addirittura in
prima persona, per via del nome dell’apostolo.
Due indizi non fanno forse una
prova?!? Accolgo le indicazioni che mi sono venute dalla Parola e dal
discernimento del Provinciale e dei suoi consiglieri. Non sarà facile lasciare
Copertino dopo otto anni, benché non possa meravigliarmi o dirmi sorpreso di
questo; devo anzi ringraziare Dio per un periodo giusto concessomi, accanto al
cuore di San Giuseppe. So già che mi aspetta una fraternità bella e un lavoro
pastorale ricco, accanto al cuore del Maestro. Grato a Dio per entrambe le esperienze,
quella vissuta e quella che Lui ha preparato per me.
fra Matteo
I guardiani eletti, insieme al ministro provinciale |
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