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San Valentino 2024 |
Ho ripensato ai compleanni vissuti con mio padre e la famiglia al
completo. Non sono stati tantissimi. Quelli fino ai 19 anni, quando sono andato
via da casa. Fino a 18 anni il mio compleanno coincideva con la festa nazionale
(e quindi niente scuola) per l’anniversario dei Patti Lateranensi. Non ricordo
però festeggiamenti particolari con gli amici, così come si usa oggi; spesso
solo un semplice e verbale scambio di auguri. Ricordo i miei 18 anni perché segnarono
per la prima volta, per lo Stato italiano, il passaggio alla maggiore età dai
21 di prima, e quindi la possibilità di votare, come poi avvenne per il
referendum sul divorzio. Inoltre, al mio paese, almeno prima, era quasi più
importante l’onomastico del compleanno.
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01/02/2025: 92 anni di mamma |
Comunque, per le feste e gli anniversari, a casa non mancava mai il
dolce. La nostra “pasticceria” distava pochi metri dalla “sala da pranzo” (il
retrobottega del negozio). Puntualmente, dopo il pranzo, si percorrevano quei
tre quattro metri per prendere una “Fiesta Ferrero” per ciascuno, e quello era
il nostro dolce. I miei sono sempre stati golosi di quella merendina, forse
perché richiamava loro momenti familiari sereni e belli. In verità, mia madre
non aveva tempo per preparare torte, e forse non era nemmeno brava a farlo. Una
zia, non ricordo chi, mi disse che il cucinare non rientrava tra le passioni di
mamma, essendo stata incaricata da bambina non di aiutare in cucina, ma di
badare ai piccoli di casa, diventandone quasi una seconda madre. Non so se
fosse brava in cucina, ma di fatto sono cresciuto con i suoi odori e sapori;
adoravo la pasta e fagioli con il sugo di seppia, o la pasta e ceci con il sugo
di baccalà, il ragù domenicale, il pesce in bianco, le bietole con l’uovo, i
carciofi ripieni, ecc. Sono contento quest’anno di aver potuto essere presente
ai suoi 92 anni, il primo febbraio, ancor più del mio compleanno.
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Torta per i 66 anni |
66 anni: il gioco dei numeri – Fino allo scorso anno ho giocato con i numeri rovesciandoli in modo speculare e cercando di fare memoria di quello specifico anno; ma ai 66 sono obbligato a fermarmi. Allora ho pensato a una riflessione sul numero “6”. Come mi ha fatto notare un sacerdote amico, scherzando sul valore dei numeri nella Bibbia, è bene fermarsi a due “6”; tre avrebbero un brutto significato (cf. 666 nel libro dell’Apocalisse: l’imperfezione umana con la sua ribellione a Dio). In generale il numero sei, nella simbologia biblica, rappresenta ciò che è imperfetto, creaturale, inferiore al sette, numero perfetto divino-sacrale, simbolo della totalità voluta da Dio.
Non capisco molto di psicologia evolutiva, ma mi viene da pensare che forse a sei e a sessanta anni (i due numeri di 66) uno prende consapevolezza, in modo maggiore, della propria imperfezione e fragilità. Il bambino si scopre parte di un mondo che è più grande di lui e della sua comfort zone, con tanto di splendide aperture e nuove scoperte, ma anche con l’incognita di sfide da affrontare e relazioni nuove da intessere. L’uomo di 60 anni si ritrova ricco di relazioni e storie di vita, ma più fragile fisicamente e con molti meno anni davanti rispetto a quelli già vissuti, pur nella consapevolezza di dover affrontare altri tipi di sfide, si spera ora con la saggezza degli anni e l’accettazione serena delle proprie fragilità, da usare magari come punti di forza. E a 66?!? Mi auguro, nel presente anno e nei prossimi, che il vecchio e il bambino, così come cantava il buon Guccini, si tengano per mano e vadano insieme incontro alla sera.
Festival di Sanremo – Quest’anno la kermesse festivaliera è iniziata proprio il giorno del mio compleanno, con l’inedito videomessaggio del Papa sulla musica promotrice di pace ed unità tra i popoli e le persone. Tra le canzoni in gara, presentate tutte il primo giorno, la critica ha parlato bene di quella di Brunori Sas e di Simone Cristicchi, che sono andato ad ascoltare per curiosità (tanto so che tutte o quasi le passeranno poi nelle varie radio e trasmissioni televisive). Le due hanno testi belli e profondi, e infatti non hanno poi vinto. Ho guardato solo alcuni brevi momenti del festival. Al di fuori delle altre canzoni, che non conosco e non posso giudicare, mi sono piaciuti molto la breve, esilarante e acuta performance di Benigni, nonché, tra le co-conduttrici, Cucciari, per la sua fulminea verve ironica, e Balti, per la sua bellezza fisica e umana e il suo sorriso sincero, pieno di gioia e voglia di vivere, nonostante la sua lotta contro un tumore.