mercoledì 6 giugno 2007

Fra Fabio in Italia

Mentre sto scrivendo immagino Fabio già all’aeroporto di Fiumicino a Roma, spossato su un sedile per riposare dal viaggio e dai pensieri, o ripercorrendo sempre gli stessi passi, in attesa dell’aereo che lo riporti non in Italia solo, ma in Puglia, a Gravina, in famiglia. Suppongo che già da Maiquetìa sia cominciata la ridda dei sentimenti: ritrovarsi nell’aeroporto di Caracas per il ritorno, molto meno perso dell’arrivo e con persone lasciate qui come al momento dei saluti in Italia, alcuni mesi fa; sprofondato in se stesso durante le ore di aereo verso l’Europa, incontro a un giorno nuovo, annunciato da una notte molto, esageratamente breve; lo sbarco in Italia e la riconquista di spazi e linguaggi comuni fino a poco tempo fa, ma che suonano un po’ più inusuali oggi... Non durerà troppo il resettaggio, giusto il tempo di riassorbire odori, sensazioni e affetti. Poi il Venezuela sarà il ricordo di una stagione, significativa e forte, perlomeno non più lontana ed estranea.

Ecco, già parlo da venezuelano. In verità avrei dovuto trascorrere gli ultimi cinque giorni con Fabio a Caracas e accompagnarlo all’aeroporto. Non l’ho fatto. Sarebbe stata la prima volta veder partire e non partire da Maiquetìa. Rimanere da questa parte. Immagino avrei provato una sensazione molto particolare. La nostalgia per l’Italia, la consapevolezza di sentirmi a casa anche qui, specie ora che ho ricevuto finalmente il visto di transeunte. Mancanza a una promessa fatta a Fabio, che lui scherzosamente mi ha rimproverato, dicendomi che sto diventando un vero venezuelano. Grazie anche per questo complimento. Sarebbe bellissimo non sentirsi stranieri; ma so che è una illusione. Magari però è più una ricchezza, da dare e ricevere.

In una Venezuela dove è acceso il dibattito sulla libertà di espressione (qui Fede avrebbe chiuso i battenti già da un bel po’) e sulla possibilità di un socialismo del XXI secolo, nuovo nell’attuazione e nell’attenzione alla gente (finora però tanto simile a quello del sec. XX, con tutto il vecchiume militar statalista precedente e le intransigenze note), in un mondo che si prepara al prossimo vertice del G8, pare quasi banale parlare di cose tanto personali. È l’universo interiore dell’uomo, la storia che “siamo noi”, che meritano altrettanto rispetto e attenzione, per non sentirsi abbandonati cosmici, sfiancati da eventi che corrono sempre fuori di noi e molto più veloci dei nostri ritmi. È la vicenda di Fabio con noi in Venezuela, e lontano da noi in Italia; ma che rientra nella storia, la mia, in una dimensione personale, importante quanto quella nazionale o patria, specie quando diventa dio stato.

Ma torniamo a Fabio in Italia, dove lo avevo lasciato poche riflessioni e righe fa. Ormai dovrebbe essere già in viaggio verso la Puglia, dove atterrerà tra un’ora circa. Lo attende suo fratello, che lo porterà a Gravina, dove... non lo attende nessuno!! E sì, perché il suo ritorno anticipato è stato tenuto nascosto ai suoi e sarà una sorpresa. Spero solo preparino il terreno con degli indizi, perché l’emozione non sia troppo forte. Poi lo attende... la partita della nazionale contro la Lituania, vero rito comunionale con me in Venezuela. Scherzo. Probabilmente non gli importerà “descuidarla”, lui così calciodipendente, per la gioia di stare con i suoi.

Bene Fabio, conoscendoti sicuramente non ti sentirai a tuo agio per il fatto che ho parlato di te nel mio blog (l’espressione tua sarebbe più colorita e la intuisco, ma non posso riportarla). Semplicemente volevo ringraziarti a nome mio e di tutti coloro che ti hanno conosciuto durante il tuo “stage” venezuelano, sicuro che ci porti nel cuore, anche se probabilmente lo espresserai poco, come è tuo solito. Con affetto.

fray Matteo e tutta la comunità del seminario

5 commenti:

Ketty ha detto...

fray Matteo...
ma una sorpresa non potevi farcela anche tu?...Quando torni?
Ci manchi tant...issimo!
Un abbraccio
Ketty

mariagrazia ha detto...

Un forte abbraccio!
Mi manchi tanto. Mariagrazia Colavito

mastemagrav ha detto...

Ciao Padre Matteo,

SEI UNA GRAN BELLA PERSONA!

forse........quando eri a Gravina non colsi molto della tua bellezza d'animo.
Il Signore ti protegga e ti benedica.

Ketty ha detto...

Ciao fra Matteo! Ti rendi conto che non aggiorni il tuo blog da ben OTTO lunghi giorni?... Che facciamo? oziamo??? Visto che a quest'ora tutti (o quasi) dormono ho pensato di rivolgermi a qualcuno che certamente è sveglio... per avere un pò di "compagnia", tra queste mie "sudate carte"...
Baci!
A presto

ele lele e famiglia pap ha detto...
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